Un manifesto comune

La rivolta dei quartieri contro Palazzo Frizzoni e Regione. Nel nome dell'ambiente

Boccaleone, Campagnola, Colognola, San Tomaso e alcune associazioni prendono di mira le scelte di fondo degli ultimi anni

La rivolta dei quartieri contro Palazzo Frizzoni e Regione. Nel nome dell'ambiente
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di Paolo Aresi

Il manifesto ha fatto rumore. Circa due settimane fa è stato pubblicato in Internet e in diverse pagine di Facebook, a cominciare da “Ricuciamo Bergamo”. È stato stampato anche in centinaia di copie. Poi, martedì scorso, è scomparso dalla rete. Un manifesto forte, in cui si leggono frasi alquanto polemiche, del tipo: «Transizione ecologica a Bergamo??? Una delle città più inquinate d’Europa!». E poi il manifesto elenca una serie di emergenze: «Traffico aereo insostenibile. Parcheggio Fara fuori misura. Boccaleone murata. Cintura verde compromessa. Parco Ovest cementificato». A questo punto il documento fa una proposta: «Lottiamo per una Bergamo a misura d’uomo e non a misura di: denaro, cemento, aerei, traffico, inquinamento!!!». Quindi un’ulteriore dichiarazione: «Diciamo no al degrado della nostra città. Vogliamo un ambiente pulito per le future generazioni».

In sé, non ci sarebbe nulla che non si può condividere. Infatti, chi mai non vuole «un ambiente pulito per le future generazioni?». E chi mai direbbe sì «al degrado della nostra città»? Nessuno, è evidente. E chi mai non vorrebbe lottare «per una Bergamo a misura d’uomo»? Non c’è niente di non condivisibile per ciascuna frase del manifesto. Come purtroppo è vera anche l’affermazione iniziale, cioè che Bergamo è una delle città più inquinate d’Europa (con tutta l’area padana). In tempo di Covid siamo stati oggetti di studio anche da parte di università americane che hanno verificato la relazione fra aggressività del coronavirus e condizioni ambientali, con particolare riguardo alla presenza di polveri sottili. Bergamo e la regione Padana purtroppo sono in testa alla classifica della densità di questi micidiali inquinanti.

Ogni voce, presa in sé, è condivisibile quasi da chiunque. Sono il tono e l’insieme dei punti a rendere il documento di impatto politicamente potente, e scomodo assai. E ancora di più se consideriamo chi ha firmato il manifesto: comitato di quartiere Boccaleone, comitato di quartiere Campagnola, comitato Noparkingfara, Bergamo bene comune, associazione per il Villaggio, associazione Colognola per il suo futuro, comitato ambiente e salute San Tommaso de’ Calvi, Aribi, coordinamento provinciale delle associazioni e dei comitati ambientalisti.

In un primo tempo, il documento era stato firmato anche da Italia Nostra (sezione di Bergamo) e dal Circolo Legambiente di Bergamo, che in un secondo momento hanno però ritirato l’adesione. Raggiunta per telefono, la presidente di Italia Nostra, Paola Morgandi, ha affermato di non sapere nulla della cosa; il consigliere Michele Guadalupi ha invece chiarito che Italia Nostra, pur condividendo diversi punti, diverse questioni aperte sul territorio, non era d’accordo sull’impostazione del documento, anche nel tono.

Perché, in effetti, il tono generale del “Progetto” appare fortemente critico verso la situazione attuale della nostra città, al di là del problema particolare, e di conseguenza suona come un attacco alla Giunta che la guida. E la cosa colpisce molto, perché i firmatari del documento appartengono più o meno tutti all’area che ha sostenuto Giorgio Gori (tranne forse l’Aribi, associazione per il rilancio della bicicletta) alle elezioni amministrative. Di conseguenza, il documento (che si autodefinisce «Progetto per lo sviluppo di Bergamo inclusiva, sostenibile, attrattiva», sotto l’egida di “RicuciamoBergamo”) si carica di un elemento politico forte, intendendo come politica le azioni per lo sviluppo della vita della polis. Il rimbalzo è anche partitico, certamente, ma i toni polemici verso il “governo” della città non sembrano riguardare direttamente né maggioranza, né opposizione. Non pare di cogliere una critica immediata al Pd e alla sinistra che gli sta intorno e nemmeno una strizzata d’occhio verso la destra, Lega compresa.

Tuttavia, i Comitati in parole povere dicono alla giunta Gori: non ci piace come il tema dell’ambiente è stato sviluppato in questi anni. Non ci bastano i bus elettrici e i monopattini, ben altri e assai più grandi sono le questioni in gioco, a cominciare dallo sviluppo dell’aeroporto, per passare al parcheggio della Fara, alla questione del treno per Orio (e al “taglio” operato nel quartiere di Boccaleone), alla vicenda dei due parchi ovest, tra via San Bernardino e via Moroni, tra Colognola e Villaggio degli Sposi.

Intanto il “Progetto” è stato sospeso, in attesa che alcune posizioni vengano chiarite. Ma il sasso è stato lanciato. Che decisioni prenderanno le associazioni ambientaliste e i partiti politici davanti all’iniziativa dei comitati dei quartieri?

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