Tre preti con posizioni no-vax, lettrice di Mapello scrive al vescovo: «È ora che intervenga»
Mons. Beschi non si è esposto. «Eccellenza, non può stare in mezzo al gregge invece che davanti a guidarlo! Non può aspettare che passi l’ennesimo polverone»
Sta facendo molto discutere il caso, sollevato da noi di PrimaBergamo, dei tre preti delle comunità di Ambivere, Mapello e Valtrighe autori di un opuscolo, intitolato “Covid-19 i conti non tornano”, nel quale sono presenti diverse tesi molto vicine alle posizioni no-vax, a partire dal fatto che i vaccini anti-Covid vengono definiti «vaccini sperimentali».
La questione, ripresa anche a livello nazionale, ha causato la forte reazione dei sindaci di Mapello e Ambivere, che il 7 ottobre hanno scritto una lettera alle autorità ecclesiali e civili di Bergamo per dissociarsi apertamente dall'iniziativa, ma soprattutto per chiedere una reazione, una presa di distanze ufficiale. Perché, da quando la notizia è stata pubblicata (il 4 ottobre), la Curia non si è mai esposta ufficialmente.
L'unico a esprimersi dal Colle è stato monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia vescovile, che ha parlato di «iniziativa personale» di don Emanuele Personeni, don Alessandro Nava e don Andrea Testa, rimarcando come la Diocesi di Bergamo sia sulla linea di Papa Francesco, che ha più volte rimarcato l'importanza della vaccinazione. Il vescovo Francesco Beschi, però, non ha mai parlato. Ed è a lui proprio che si rivolge una nostra lettrice, S. B. di Mapello, in una lettera che ci ha inviato e che di seguito riportiamo:
«Eccellenza, la questione è gravissima e con profondo rammarico prendo atto che Lei non è intervenuto di persona pubblicamente con una Sua dichiarazione ma sempre tramite Mons. Della Vite: "I tre preti no-vax agiscono a titolo personale". Ma è una contraddizione in termini, come si può sostenere che un prete, per eccellenza uomo della comunità, agisca a titolo personale e privato? Non esiste la dimensione personale del prete all’interno della Chiesa, lo afferma sempre anche Lei.
I sindaci hanno giustamente e in modo rispettoso manifestato con una loro lettera il loro totale sconcerto e disappunto. È giunta l’ora che il Vescovo di Bergamo intervenga in prima persona con un suo intervento pubblico.
[...]
Non è questione di rispettare la diversità dei preti e la loro originalità, come Lei ripete spesso, ma qui si è superato ogni limite. Sono intervenuti gli organi di informazioni locale e anche nazionale e il Vescovo di Bergamo tace dopo tutto ciò che ha passato Bergamo (Lei in quel periodo è stato encomiabile). Continua a stare in mezzo al gregge invece che stare davanti a guidarlo! Non può anche stavolta tacere e aspettare che passi l’ennesimo polverone su questi preti. Deve intervenire pubblicamente, anche solo per rispetto della gente di Mapello e Ambivere, dei suoi sindaci e di tutte le persone che continuano a soffrire per il virus. Non può essere sempre colpa dell'informazione che storpia quello che hanno scritto, della gente che non capisce, dei luoghi comuni, ecc...
Spero vivamente che ci sia un intervento pubblico da parte Sua».