È successo a Macerata

La morte dell'ippopotamo liberato e quel che gli animalisti non sanno

La morte dell'ippopotamo liberato e quel che gli animalisti non sanno
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Un incidente stradale, sabato 27 dicembre, nei pressi di Villa Potenza (Macerata). Cronache Maceratesi titola, in un primo tempo: Ippopotamo investito a Villa Potenza. Era scappato dal circo. La mattina dopo Repubblica precisa: Macerata: Ippopotamo di un circo, liberato da animalisti, muore travolto da un’auto. Fuga sì, dunque, ma con complicità esterne. E poi «travolto» suona un po’ eccessivo, stante che l’auto investitrice (una Polo Volkswagen) e la vittima hanno un peso equivalente.

L’ippopotamo, l’incidente, la cronaca. Comunque, una volta credutasi libera, la bestia – una femmina di 8 anni di nome Aisha – ha imboccato la strada per Montecassino ed è stata presa a musate da una Polo, che ha avuto la meglio. Il conducente della vettura e il suo passeggero se la sono cavata con lievi ferite. Immaginiamo si tratti di qualche livido e di qualche escoriazione. Gli è andata di lusso.

La notizia avrebbe tuttavia meritato di esser data dall’altra parte, per dir così. E cioè: Auto contro ippopotamo sulla Provinciale 361. Muore l’animale, illesi il conducente della vettura e un suo amico. E speriamo che non gli facciano la multa. O il palloncino, perché – sceso dall’auto e prima di chiamare la polizia stradale – l’incidentato deve aver fatto un rapido calcolo per cercare di ricordare quando fosse l’ultima volta che aveva bevuto. E invece era tutto vero.

In questi ultimi tempi non sono infrequenti le notizie di “liberazioni” operate da animalisti a danno di circhi o altre istituzioni dotate di gabbie. Quello stesso da cui è stato fatta fuggire Aisha – questo il nome della defunta – ha lamentato infatti diverse azioni precedenti, tra le quali una che ha costretto i proprietari a interrompere uno spettacolo per andare a recuperare alcuni dromedari, degli struzzi e una zebra in libertatem vindicati, come si diceva a Roma degli ex schiavi affrancati. Altre imprese dello stesso tenore, col solito contorno di scritte e di minacce, sono state denunciate da più parti.

 

 

Due o tre cose che sfuggono agli animalisti. A proposito delle quali imprese andrebbe detto per lo meno che, prima di essere sciagurate, denotano una tale impreparazione dei cosiddetti animalisti rispetto ai problemi dei loro protetti da trasformarli inevitabilmente in vittime delle loro iniziative. Un animale, infatti, è tutt’uno col suo ambiente. Un orso bianco che si trovi libero di passeggiare nei pressi dello zoo della capitale, intendiamo dire, in realtà non è affatto un orso liberato: è semplicemente un predatore gettato in un ambiente più pericoloso, per lui, del recinto del quale si è rotto il lucchetto. Gli animali sono infatti abituati a cacciare – o semplicemente a sopravvivere – nelle condizioni cui si sono adattati in secoli di evoluzione, in territori dei quali conoscono perfettamente i nomi dei gangster e quelli dei cittadini inermi. Un canarino liberato da una gabbia vien fatto fuori da una cornacchia d’importazione nel giro di qualche minuto perché non la riconosce come pericolo. Volete liberare un ippopotamo? Dovete calcolare tutti i passaggi fino al suo rientro a Ngorongoro Crater o nel Delta dell’Okavango. Aprire un cancello, lasciare uscire la bestia e poi disinteressarsene equivale a ucciderla. Uno che si dice animalista certe cose dovrebbe saperle.

C’è poi l’aspetto sociale della faccenda. L’ippopotamo è un animale ferocissimo. Un esemplare in piazza a Macerata o altrove costituisce un effettivo pericolo per i cittadini. Ovvio che l’abbatteranno – o lo addormenteranno, per poi riportarlo in cella – nel giro di qualche minuto (e siamo nel caso precedente), ma se questo non dovesse avvenire potrebbe darsi che qualche bipede non pennuto ci rimetta la pelle. Ora: è ottima cosa preoccuparsi dei diritti degli animali. Ma siccome anche l’uomo fa parte della categoria – se si eccettuano alcune caratteristiche specifiche – privilegiare i suoi amici a quattro zampe potrebbe configurarsi come un caso di conflitto di interesse da parte degli animalisti.

Concludendo. Tutto ciò considerato pensiamo che il nuovo  titolo di Cronache Maceratesi potrebbe essere il seguente: Miracolo a Villa Potenza: sbattono in auto contro un ippopotamo in fuga e ne escono illesi. «Pensavamo di liberarlo» hanno detto, in questura, gli architetti dell’evasione. Denunciati per omicidio preterintenzionale si sono dichiarati prigionieri politici.

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