Che confusione!

Focolaio alla scuola di Monterosso, critiche ad Ats Bergamo per la gestione

Classi ancora in quarantena: genitori e preside si lamentano per le informazioni contradditorie, l'assessore Poli chiede più collaborazione

Focolaio alla scuola di Monterosso, critiche ad Ats Bergamo per la gestione
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Dopo due settimane, resta problematica la situazione del focolaio Covid nelle scuole dell'infanzia e primaria di Monterosso: in quarantena ci sono ancora le classi prime, le seconde e le terze.

Proprio le classi terze hanno effettuato sabato 30 ottobre il tampone per stabilire la fine della quarantena: Ats avrebbe chiuso in automatico l'isolamento per chi è risultato negativo, ma nella giornata di ieri, martedì 2 novembre, è arrivata la notizia di un nuovo caso positivo, con il conseguente dietrofront: di nuovo tutti a casa fino al 5 novembre. Nel frattempo, però, chi aveva ricevuto il via libera è uscito e ha partecipato ad attività sociali, col rischio di altri contagi.

Dinamiche simili ci sono state per le classi prime: i bambini negativi al tampone giovedì scorso hanno fatto lezione in presenza, ma la sera Ats ha telefonato alle famiglie spiegando che uno di loro era risultato positivo, quindi sono ritornati tutti in isolamento.

Come rivela BergamoNews, la vicenda pare non sia stata gradita dalla preside, Barbara Mazzoleni, che in una circolare del 2 novembre, indirizzata ai genitori della scuola dell'infanzia Monterosso e di quella primaria Papa Giovanni XXIII, ha parlato di un «susseguirsi di notizie, a volte un po’ confuse, a volte positive, altre contraddittorie» e ha chiesto alle famiglie ancora pazienza per poter uscire dal limbo sanitario: «Siamo stati messi a dura prova negli ultimi dieci giorni. Solo con il rispetto di regole e procedure possiamo accelerare i tempi di un ritorno alla normalità. Per questo chiedo a tutti, genitori, docenti e bambini, un ultimo sforzo per affrontare questi giorni senza farci travolgere dalla paura del contagio e dall’arrabbiatura di essere stati avvisati all’ultimo momento di dover cambiare i nostri programmi».

Contrarietà è stata espressa anche dall'assessore all'Istruzione del Comune di Bergamo, Loredana Poli: «La situazione non è stata gestita bene, questo è evidente - è stato il suo commento a BergamoNews -. In questo caso, le modalità di prevenzione non hanno tenuto rispetto alla configurazione della tipica scuola di quartiere». I bambini, infatti, hanno contatti anche all'esterno, dato che ci sono rapporti di amicizia e incontro tra nuclei familiari, che diventano però veicolo di diffusione del virus. Per giunta, sempre secondo Poli, il Comune non avrebbe ricevuto alcuna comunicazione diretta da Ats, bensì solo resoconti dall'istituto e dalle famiglie: «Capisco che la competenza è sanitaria, ma le istituzioni andrebbero coinvolte in un contesto del genere», ha detto Poli.

Lo stesso assessorato ha auspicato la creazione di un tavolo tra scuola, Ats e Palazzo Frizzoni per decidere il da farsi e ha ipotizzato, nel caso di un numero elevato di contagi, la chiusura per dieci giorni, con tampone agli studenti prima del rientro in classe.

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