Elezioni provinciali, pasticcio colossale nel centrodestra. E il Pd osserva e se la gode
Forza Italia nell'angolo e Fratelli d'Italia pure, dopo la mossa del Carroccio che ha deciso di appoggiare il dem Gandolfi
di Wainer Preda
Un pasticcio colossale. Come PrimaBergamo vi ha anticipato la settimana scorsa, le mosse, piuttosto spregiudicate, dei partiti in vista delle elezioni provinciali del 18 dicembre stanno creando uno scenario a dir poco inedito in Bergamasca. Un quadro a tinte mescolate. Un mix ingarbugliato e per certi versi contraddittorio. Tanto contorto che, nel segreto dell’urna, non sono escluse sorprese.
Ma andiamo con ordine. I protagonisti principali della vicenda sono la Lega e il Pd. Il Carroccio detiene il 30 per cento dei “grandi elettori” in Provincia. I dem sono l’altro “grande azionista” di via Tasso. Nelle scorse settimane il commissario provinciale della Lega Cristian Invernizzi ha tentato un accordo con il candidato del Partito Democratico, Pasquale Gandolfi. Un’intesa a due, con l’obbiettivo, neanche tanto velato, di tagliar fuori in un sol colpo tutti gli altri (Forza Italia, centristi, sortiani, civici e Fratelli d’Italia). E far man bassa delle future nomine nelle partecipate che, come noto, sono di competenza della Provincia.
Il Pd ha nicchiato. Non vuole affidarsi alla sola Lega. Gandolfi preferirebbe un governo di unità provinciale. Più allargato. Alla Draghi, per intenderci. Con dentro il centrosinistra e il centrodestra. E, se ci sta, persino Fratelli d’Italia. Vedremo poi perché.
Per arrivare a tutti i costi a un’intesa con i dem, il Carroccio allora ha deciso, dopo un aspro confronto interno (eufemismo), di presentare una lista “civica”. L’hanno venduta come “listone del centrodestra unito”. La fantasia al comando, verrebbe da dire. Una lista civica che si dice di centrodestra sostiene il candidato del centrosinistra. Chiama i moderati, ma quelli guardano da un’altra parte. Si appella all’unità del centrodestra ma in realtà lo fa a pezzi.
La mossa leghista spinge infatti Forza Italia nell’angolo. Il commissario azzurro Alessandra Gallone, che aveva giocato d’anticipo siglando un accordo con gli eredi di Alternativa Popolare, Azione e Italia Viva, è rimasto spiazzato. Il suo obiettivo era una lista che si smarcasse dalla Lega e strizzasse l’occhio al centrosinistra. Ma un paio di giorni dopo è arrivata la “civica” verde sbiadito. Non sgradita ai vertici azzurri, per carità. Ma del tutto avversa ai centristi che hanno risposto picche: di far da ruota di scorta alla Lega non ci pensano proprio. Va per la sua strada anche il convitato di pietra: Alessandro Sorte. Lunedì scorso ha presentato la candidatura di Gianfranco Gafforelli. E una lista civica moderata che ha l’ambizione di attirare chi non si riconosce negli attuali schieramenti.
Il Carroccio, che in origine non aveva alcuna voglia d’imbarcare Fratelli d’Italia, alla fine si vede costretto a farlo. È l’unico interlocutore possibile, a questo punto, per allargare. Solo che anche qui, FdI è finito in un cul de sac. Contava di presentare una sua lista e un suo candidato. Ma secondo quanto trapelato (...).