Clamoroso quello di Muntari alla Juve

Leggendari gol "fantasma"

Leggendari gol "fantasma"
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Appare come uno spettro ma non si dilegua con altrettanta facilità. Che cos'è? Il gol fantasma. L'ultimo ha sollevato un polverone così fitto che persino qui - proprio qui, in Italia - si è deciso di smetterla con le polemiche, se il pallone ha superato la porta ce lo dirà la tecnologia. Colpa del gol (fantasma, appunto) di Astori. Nell'ultima giornata di campionato ha regalato alla Roma i primi 3 punti del 2015 e dato all'Udinese il primo dispiacere dell'anno. Anni che, quelli a venire, potrebbero smetterla di farci gridare allo scandalo. La Serie A sta decidendo se investire 220mila euro per le telecamere e la tecnologia che serve. C'è però da guardare alla storia, piena zeppa di errori.

 

 

Il primo fantasmatico gollonzo da ricordare è quello del 1966. Per cominciare alla grande, era la finale del Mondiale e la giocavano Inghilterra e Germania. Batti e ribatti, alla fine il 3-2 di Hurst consente all'Inghilterra di mettere in ginocchio i tedeschi (la partita finisce 4-2). Hurst fa partire un tiraccio secco che colpisce la traversa e poi torna in campo. L'arbitro, lo svizzero Dienst, viene richiamato dal guardalinee e che gli dice di assegnare il gol. Nel 2007 il Times lo ha messo nella classifica dei gol che hanno cambato la storia del calcio. A che posto? Il primo. Un anno dopo, a casa nostra, Inter-Milan, Gianni Rivera segna un gol che non si capisce bene. Allora a Carlo Sassi alla Domenica Sportiva dice: «Torniamo un attimo indietro, facciamo vedere il replay». Così nasce la moviola.

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Stagione '74/75, Ascoli-Bologna. Poco da dire sulla partita perché il Bologna vince 3-1 e l'Ascoli proprio non ce la fa. Ma al 90' Savoldi, come sempre pieno di smania per il gol, si inventa un bel diagonale. Gol? Non-gol. Dalla porta lo spinge via Domenico, che è un ragazzino che fa il raccattapalle. Anche quella volta si scatena l'inferno, e alla Domenica Sportiva il giocatore e il ragazzino si riconciliano con una bella stretta di mano. Il gol a Savoldi, però, non gliel'hanno mai ridato. Ma l'elenco delle reti apparse per un attimo e scomparse per l'eternità è lungo, lunghissimo. Capita anche alla Juventus contro il Foggia di Zeman. Ancora Juve, questa volta a Marassi contro il Genoa. Nei minuti di recupero della partita, Fabio Galante riesce a mettere dentro un gol che non c'era. L'arbitro lo assegna. A fine stagione i bianconeri vincono comunque lo scudetto.

 

 

Tanti, tanti ne abbiamo visti scomparire. Tolto quello di Astori, gli ultimi davvero clamorosi li abbiamo visti al Mondiale 2010 quando l'arbitro non vide il gol di Lampard (dentro di almeno un metro) che aveva battuto Neuer, e abbiamo ancora negli occhi cosa accadde nel 2012, in Milan-Juventus 1-1. Quello che ormai tutti conosciamo come "il gol di Muntari". Il centrocampista rossonero mette dentro di testa dopo una corta respinta del portiere bianconero. I successivi replay e le immagini alla moviola dimostrano chiaramente che il portiere della Juventus, Buffon, para oltre la linea.

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