l'inaugurazione

Papa Giovanni XXIII: aperto il nuovo hub esterno da 2mila vaccinazioni al giorno

In ospedale sono ricoverati 151 pazienti Covid, di cui 20 gravi. Oltre due terzi non sono vaccinati. L'appello del direttore generale Maria Beatrice Stasi: «Più persone si vaccinano, più si consente all’ospedale di curare le malattie degli altri pazienti»

Papa Giovanni XXIII: aperto il nuovo hub esterno da 2mila vaccinazioni al giorno
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di Federico Rota

Dodici postazioni attive, per poter gestire ogni giorno fino a più di 2 mila somministrazioni di prime, seconde e terze dosi rivolte agli adulti e ai ragazzi con più di 12 anni. Sono iniziate oggi (martedì 11 gennaio) le vaccinazioni anti-Covid nel nuovo centro vaccinale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, una tensostruttura allestita in tempi record nell’area ovest dell’ospedale, nelle vicinanze del pronto soccorso.

L’hub esterno, riscaldato, è stato realizzato nel periodo natalizio per poter fare spazio alle linee aggiuntive per le vaccinazioni pediatriche, ossia quelle per la fascia dai 5 agli 11 anni, che saranno trasferite dall’attuale sede del punto prelievi all’auditorium “L. Parenzan”. Il punto prelievi resterà quindi a disposizione per soddisfare eventuali ulteriori richieste di ampliamento del target di popolazione vaccinabile. «In questo modo riusciremo a vaccinare fino a 800 bambini al giorno – spiega Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. A San Giovanni Bianco rimarranno le vaccinazioni dei bimbi delle valli, come da programma. Le somministrazioni per i più piccoli sono state concentrate nei fine settimana per evitare di far perdere loro giorni di scuola».

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Per far fronte alle richieste della popolazione, dopo l’istituzione dell’obbligo vaccinale per i cinquantenni e la riduzione a quattro mesi dei tempi per la somministrazione tra seconda e terza dose, l’ospedale di Bergamo ha aggiunto ulteriori 300 slot di prenotazione. «Fino ad oggi abbiamo cercato di essere disponibili, ma invitiamo tutti i bergamaschi a raggiungere i nostri centri vaccinali muniti di prenotazione – aggiunge Maria Beatrice Stasi –. Questo per evitare che persone prenotate incappino in code create dalle autopresentazioni. Il posto a disposizione c’è, sia per le terze dosi, sia per le prime dosi obbligatorie. Più persone si vaccinano, più si consente all’ospedale di curare le malattie degli altri pazienti».

Ad oggi però le nuove prenotazioni per le prime somministrazioni stentano a decollare. «Un aumento c’è stato, ma non quello che speravamo – sottolinea il direttore generale -. Abbiamo l’ospedale pieno di persone non vaccinate. Ieri ho letto il bollettino della nostra “bed manager” e sembra un bollettino di guerra: più dei due terzi dei pazienti non è vaccinato e sta andando nei reparti di terapia intensiva, sub-intensiva e malattie infettive. Queste persone hanno la stessa gravità della malattia che osservavamo a marzo del 2020».

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In virtù dell’apertura di questo polo, dell’aumento delle vaccinazioni pediatriche e dell’attività vaccinale nelle Valli bergamasche, l’Asst Papa Giovanni XXIII arriverà a toccare punte di 3.500 vaccinazioni al giorno il sabato e la domenica e di 3 mila vaccinazioni quotidiane dal lunedì al venerdì. Complessivamente, l’Azienda socio sanitaria territoriale è impegnata nella somministrazione del 25 per cento dei vaccini sul territorio bergamasco.

Il nuovo centro vaccinale

Nell’hub esterno è possibile vaccinarsi dal lunedì alla domenica, dalle 8 alle 20. Ogni giorno sono operativi su doppi turni 24 medici, 29 infermieri, 6 amministrativi e 12 volontari della protezione civile. L’accesso è da via Brambilla e si può utilizzare il parcheggio Nord per raggiungere a piedi la tensostruttura, che con i suoi 65 metri di lunghezza, 15 di larghezza e 5 di altezza massima è ben visibile.

Il punto sui ricoveri all'ospedale di Bergamo

Ad oggi al Papa Giovanni XXIII sono ricoverate 20 persone in terapia intensiva e 131 nei reparti ordinari, con punte nella crescita giornaliera di 8 ricoveri giornalieri (un saldo che tiene conto anche dei decessi, dei trasferimenti o delle dimissioni). Nelle terapie intensive i non vaccinati rappresentano circa l’80% dei degenti.

«Riconvertiamo in reparti Covid mezzi piani da 12 letti secondo i bisogni - specifica il direttore generale -. Oggi è in corso la trasformazione di ulteriori 10 letti. Abbiamo anche allestito un’area apposita per gli interventi chirurgici dove ricoveriamo chi arriva in ospedale per altre ragioni ma, dopo un tampone, risulta positivo e richiede quindi spazi ad hoc, isolati».

L’aumento delle ospedalizzazioni ha avuto anche un impatto sull’attività chirurgica programmata, che è stata ridotta per il momento del 20 per cento. «Fino a questa settimana abbiamo eliminato 24 sedute operatorie, in ognuna delle quali effettuiamo una media di 2,5 interventi chirurgici. Quindi solo questa settimana abbiamo eliminato 65-70 interventi».

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