L'appello di Leolandia al Governo: «I parchi a tema siano inclusi nei sostegni al turismo»
Giuseppe Ira, presidente del parco tematico, si è rivolto a Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie
Si superino i vincoli legislativi e si consenta ai parchi tematici italiani di accedere ai ristori previsti per gli operatori del turismo. È l’appello che Giuseppe Ira, presidente di Leolandia, ha lanciato a Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, nelle ore in cui a Palazzo Chigi si sta discutendo del dossier relativo alle nuove misure di sostegno alle imprese più colpite dalla crisi pandemica.
«Trattandosi di imprese con fatturato superiore ai 10 milioni di euro – spiega il presidente Ira - i parchi a tema non hanno mai potuto beneficiare dei sostegni introdotti dal Governo e sono ancora in attesa di ricevere quanto spetta loro dal fondo di 20 milioni di euro gestito dalle Regioni, molte delle quali sono dormienti. Mi rivolgo al Ministro Gelmini, che ha già dimostrato grande attenzione e sensibilità nei nostri confronti, affinché venga riconosciuta l’attrattività turistica delle nostre aziende, comprendendole nelle nuove forme di sostegno attualmente allo studio da parte del Governo. Questo ci permetterebbe di rientrare nelle categorie di imprese che non devono soggiacere ai limiti europei per gli aiuti di Stato, proprio come le agenzie turistiche e gli organizzatori di eventi e concerti, potendo continuare ad avvalerci anche delle misure a sostegno dei lavoratori, come la Cig e la Fis».
I parchi tematici come Leolandia una decina in Italia e, da soli, rappresentano i due terzi del fatturato e dell’occupazione dell’intero settore dei parchi divertimento permanenti, che include anche quelli faunistici, acquatici e di avventura. Prima dello scoppio della pandemia, nel 2019 queste strutture hanno ospitato oltre 15 milioni di visitatori italiani e 1 milione di turisti stranieri.
Dopo un 2020 difficile, con perdite nell’ordine del 75-80 per cento rispetto al 2019, anche la passata stagione si è chiusa con dati preoccupanti, causati da una stagionalità che in media si è ridotta di 120 giornate rispetto al 2019 e dall’introduzione del Green Pass a inizio agosto, che ha disorientato il pubblico generando cali nelle giornate di maggiore affluenza di oltre il 60 per cento. Nello specifico, Leolandia ha chiuso il 2021 con una perdita del 50 per cento rispetto al 2019, quando fatturava 40 milioni di euro e contava 1,2 milioni di visitatori.
«Abbiamo investito più di 1 milione di euro per incentivare le vaccinazioni dei bambini da 5 a 11 anni – conclude Giuseppe Ira -, nel rispetto delle linee guida del Governo. Cerchiamo di portare gioia e divertimento alle famiglie in totale sicurezza, creando posti di lavoro. A Leolandia abbiamo 600 occupati diretti, tra fissi e stagionali, e 2.500 con l’indotto. Nel complesso, in due anni il comparto ha perso circa 500 milioni di euro e ora necessitiamo di nuove forme di sostegno governative, che ci permettano di confermare gli investimenti previsti per il 2022 e la riapertura in primavera. Le alternative sono la svendita a fondi di investimento stranieri o il fallimento».