Chi gestirà il nuovo Diurno in piazza Dante? Tutti gli indizi portano al Balzer
Dopo quarant'anni aprirà il locale nato da un rifugio antiaereo. Musica e ristorazione a tutte le ore. Decisivo per il rilancio del centro città
Chi gestirà il Diurno in piazza Dante? Sono molti i nomi che circolano. Da quelli più fantasiosi a quelli almeno verosimili. La parte del leone dovrebbe farla un bergamasco, dicono le voci. Che aggiungono anche: già presente in centro città. Tutti gli indizi portano al Balzer, ma al momento nessuno osa proferir parola, neanche si trattasse di un segreto di Stato.
Certo è che nel frattempo i lavori proseguono a spron battuto. Nei prossimi giorni sarà riposizionata la fontana del Tritone. Gli addetti la sposteranno dai magazzini comunali nei quali si trova, per essere restaurata direttamente in piazza Dante. Prosegue anche la posa della pavimentazione intorno alla piazza e si approntano sottoservizi. La piazza sarà pronta per l’inizio dell’estate hanno spiegato Paolo e Luca Cividini, gli imprenditori che insieme ad Alberto Previtali hanno investito svariati milioni nell’operazione di recupero della struttura. Anche la scalinata di accesso allo spazio ipogeo è praticamente finita e si è già integrata con la rinnovata piazzetta Piave, lo spazio accanto al Quadriportico.
Il Diurno è una vera e propria cittadella sotterranea. Un tempo qui c’era il tabaccaio, il barbiere, i bagni e le docce, il bar e la sala per il gioco del biliardo. La struttura venne realizzata nel 1944. In origine doveva servire come rifugio antiaereo. Era in grado di ospitare fino a 500 persone in caso di bombardamenti e aveva una pianta circolare con un diametro di circa 30 metri. L’accesso era attraverso una scalinata da Piazza Vittorio Veneto. Con la fine della guerra, lo stabile venne riqualificato. Negli Anni Cinquanta furono costruiti altri due corridoi circolari. Di lì in avanti venne utilizzato anche come luogo pubblico. Quelle scale venivano percorse ogni giorno da centinaia di giovani bergamaschi, che in preda all’euforia del Dopoguerra, scendevano gli scalini per andare a prendere un caffè, fare un bagno oppure giocare a biliardo nel salone centrale. Insomma, era il centro d’attrazione della Bergamo del boom.