Al ballottaggio una vittoria a sorpresa

Kolinda, la svolta della Croazia È la prima presidente nei Balcani

Kolinda, la svolta della Croazia È la prima presidente nei Balcani
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L’11 gennaio scorso la conservatrice Kolinda Grabar-Kitarović è stata eletta nuovo presidente della Repubblica croata, battendo al ballottaggio il presidente uscente Ivo Josipovic, sostenuto dal Partito socialdemocratico (che è attualmente il primo partito nella coalizione di governo di centrosinistra). La Grabar-Kitarović, 46 anni e un’importante carriera diplomatica alla spalle, è la prima donna ad essere eletta presidente nei Paesi balcanici. La sua vittoria rappresenta un chiaro segnale di sfiducia per i partiti di centro-sinistra.

Il ballottaggio e la vittoria. L’esito delle elezioni croate è stata una sorpresa. La Grabar-Kitarović, infatti, era data per perdente dai pronostici. Tuttavia, già al primo turno è riuscita a dare un segnale forte all’avversario, il presidente uscente Ivo Josipović, restandogli col fiato sul collo: 687.678 voti (38,46%) per Jospiović e 665.379 voti (37,22%) per la candidata dell’Unione democratica croata. Poi, al ballottaggio dell’11 gennaio scorso, la situazione del primo turno si è ribaltata: l’affluenza alle urne è aumentata significativamente (60% degli aventi diritto) e, con una differenza di appena 21mila voti, Kolinda Grabar Kitarovic ha ottenuto il 50,45% delle preferenza, contro il 49,55% del rivale, diventando così la prima donna Presidente della Repubblica croata.

Chi è Korinda Grabar-Kitarović? La nuova presidente della Croazia fa parte dell’Unione democratica croata (Hzd - Hrvatska demokratska zajednica) , partito conservatore di centro-destra attualmente all’opposizione. Prima di essere eletta, Korinda Grabar-Kitarović è stata Ministro degli Esteri dal 2004 al 2008, ambasciatore della Croazia negli USA dal 2008 al 2011 e, infine, Segretario Generale alla NATO dal 2011 al 2014. Secondo la sua biografia ufficiale, oltre al croato, parla correntemente l’inglese, lo spagnolo ed il portoghese. La neo-presidente ha vinto grazie ad un programma di dura opposizione alle politiche del governo socialdemocratico, accusato di essere il responsabile della grave crisi economica che relega la Croazia all'ultimo posto tra i ventotto Paesi dell'Unione europea. Profondamente cattolica, la Grabar-Kitarović si è spinta ad affermare che «se suo figlio fosse gay non sarebbe un problema» e ha espresso aperture sulla possibilità di utilizzare la marijuana a scopi terapeutici.

Nel discorso tenuto immediatamente dopo la vittoria Korinda Grabar-Kitarović si è auspicata di «mettere da parte le divisioni per lavorare tutti insieme per una Croazia migliore e prospera». La neo-eletta presidente si è messa subito all’opera ed ha già chiesto una riunione straordinaria di governo per trovare, al più presto, una via d’uscita alla lunga crisi economica che affligge il Paese. Convocare e partecipare alle riunioni di governo rientra fra i (pochi) poteri riconosciuti al presidente. Il capo di Stato in Croazia, infatti, non può intervenire nel processo legislativo ed ha un ruolo principalmente rappresentativo e cerimoniale con voce solo nelle questioni di politica estera e di difesa nazionale. L’elezione dell’11 gennaio, tuttavia, è molto significativa, soprattutto in vista delle elezioni parlamentari che si terranno il prossimo autunno.

La perdita di consensi del centro sinistra. L’esito delle elezioni presidenziali rappresenta una chiara bocciatura per l’operato del governo di coalizione in carica dal 2011 e guidato dai socialdemocratici. A pesare sulla perdita di consensi del centro-sinistra è, senza dubbio, la difficile situazione socio-economica del Paese. La Croazia, infatti, entrata a far parte dell’Unione Europea nel luglio del 2013, è al sesto anno consecutivo di recessione e non ci sono previsioni ottimistiche per il 2015: secondo la Commissioni europea anche quest’anno avrà una crescita del Pil molto modesta (intorno allo 0,2%). Il tasso di disoccupazione è uno dei più alti al mondo, pari all’incirca al 20%, ed il debito pubblico è in costante aumento, ormai oltre l’80% del Pil. Il risultato delle urne testimonia, quindi, il malcontento della popolazione per le politiche messe in atto a Zagabria dal partito socialdemocratico. L’elezione di Kolinda Grabar- Kitarović, potrebbe segnare ora un punto di svolta nella politica del Paese: la vittoria della destra conservatrice (era dal 1999 che il Partito dell’Unione democratica croata non vinceva le elezioni presidenziali) potrebbe essere il primo passo verso il successo dell’Hzd anche alle future elezioni parlamentari.

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