Uno studio neuroscientifico

Come deve apparire un leader

Come deve apparire un leader
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Tra essere e apparire, si sa, intercorre una notevole differenza. Eppure la prima impressione è quella che conta, nel bene e nel male, condizionando il giudizio personale. Questo nella vita privata, ma anche in quella pubblica, o addirittura nel mondo del lavoro. La nostra mente, infatti, ruota da sempre attorno ad un assunto che ormai è cliché: «Devo fare bella impressione agli occhi del mio capo». Ma un capo si chiede mai come è bene che appaia agli altri? Forse no, però questo non lo sottrae dal giudizio altrui, né tantomeno da alcuni accorgimenti che sarebbe bene – nei suoi panni – adottare.

A dare seguito a queste riflessioni è un approfondito studio in chiave neuroscientifica: What exactely does it mean to look like a leader?, Cosa significa esattamente apparire come un leader. A condurre le ricerche è il professor Brian Spisak, del Dipartimento di Management dell’Università di Amsterdam, in Olanda, affiancato dal suo pool di studiosi. L’indagine svolta prevede l’individuazione di una serie di tratti fisionomici che il leader dovrebbe possedere e che siano così in grado di riassumere la sua figura nell’immaginario collettivo.

 

 

L’indagine, pubblicata su Enterpreneur, ha concluso che, di fronte ad immagini dello stesso uomo, ma diversificate grazie ad una serie di aggiustamenti, oltre due terzi dei soggetti-campione ha scelto, come leader, la figura che si presentava più in salute e più in forma, a prescindere dal fatto che il suo aspetto comunicasse o meno un’idea di intelligenza e preparazione. La spiegazione è data dallo stesso professor Brian Spisak: «Le persone pagherebbero per poter scegliere un aspirante leader che appaia in salute e, perché no, bello. Questo dimostra perché i politici, i dirigenti o comunque le figure pubbliche, destinino sforzi e investimenti al loro apparire, cercando di dare una migliore resa estetica possibile». L’apparire intelligenti, dal canto suo, aiuta invece in un contesto più ristretto - riservato ai vertici di comando -, mentre su un pubblico di massa, nell’idea di accettazione globale su larga scala, è bene apparire di bell’aspetto…O quanto meno in salute.

Tradotto in psicologia, può essere letto come il bisogno di sentirsi più protetti: «L’attrazione, da sempre, è in parte guidata da quei tratti fisionomici che indicano salute e benessere – precisano i ricercatori – in quanto il benessere del leader dà una maggiore sicurezza e solidità, soprattutto in tempi di crisi e di difficoltà di un’azienda, rinsaldando il rapporto di fiducia con i dipendenti». Uno studio tutto apparenza e superficialità, si direbbe, e invece no. Perché prendersi cura di se stessi prima ancora del proprio business è sinonimo di salute e conferisce sicurezza ai propri collaboratori e sottoposti.

 

 

I tratti del leader. A completamento dell’indagine, ecco i 10 punti stilati dalla rivista Men’s Health, che riassumono i tratti generici tipici del leader secondo l’immaginario collettivo. Anche qui, si parla prima di tutto di aspetto fisico. E poi di qualche sparuta dote indipendente dalle proprie scelte. Sarà tutto vero?

  1. Altezza sopra la media: Napoleone Bonaparte avrebbe sostenuto il contrario, ma per i più si tende ad associare la stazza fisica alle doti di leadership. Lo afferma una ricerca della Texas Tech University, che aggiunge che gli uomini più alti tendano ad essere più sicuri di sé, il che costituisce un vantaggio nella scala gerarchica.
  2. Capelli scuri: dei 500 amministratori delegati con base nel Regno Unito, il 91 percento ha una chioma castana o nera. I ricercatori dell’Università di Chattanooga (Tennesee) sostengono che le persone reputino i biondi meno capaci, e i rossi al pari dei castani.
  3. Faccia onesta: chi ha un viso che ispira fiducia ha maggiori possibilità di raggiungere il vertice. Una regola non scritta ma verificata dalla Tufts University.
  4. Sguardo adulto: gli amministratori delegati che appaiono più maturi, sono pagati il 7,5 percento in più dei colleghi con il viso da ragazzino. Secondo il luogo comune: un viso più maturo implica maggiore competenza.
  5. Viso Largo: nella classifica stilata da Fortune delle 500 aziende più di successo, quelle guidate da uomini con il viso largo sono la netta maggioranza. Questa caratteristica facciale viene associata a livelli più alti di testosterone, che implica una personalità dominante.
  6. Buona postura: saper tenere una postura eretta con pose fisicamente espansive (mani sui fianchi, gambe divaricate, testa all’indietro) sono tratti che vengono associati al potere
  7. Nome corto e semplice: il social network di Linkedin ci svela che tra gli amministratori delegati americani, vigono nomignoli come Bob, Pit, Bill, che fanno apparire una persona più accessibile e approciabile.
  8. Un pizzico di filantropia: è più che altro un impulso interiore, volto a spendersi per il bene sociale o in progetti pubblici, che agli occhi delle persone non guasta mai.
  9. Il compleanno giusto: secondo un’indagine svolta dall’Università della British Columbia, la maggioranza degli alti dirigenti sarebbe nata in inverno o primavera. I ricercatori hanno infatti ipotizzato che nascere nei primi mesi dell’anno potrebbe rappresentare in età infantile un vantaggio fisico e cognitivo che si manifesta in età matura.
  10. L’età perfetta: l’esperienza paga. Secondo fonti israeliane, un’età compresa fra i 50-59 anni prevede una maggior passione nel proprio lavoro dirigenziale ed una capacità maggiore di sopportare lo stress, grazie ad un bagaglio esperienziale che solo la costanza ti dà.

 

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