Il dilemma Pessina: le prestazioni non sono di livello, ma tatticamente è prezioso
Il numero 32 non sta facendo una grande stagione, ma il suo ruolo è stato prezioso e importante
di Fabio Gennari
Dal punto di vista tecnico e per quanto hanno fatto vedere i compagni, la prestazione di Matteo Pessina anche sul campo del Lipsia non è stata positiva. Tuttavia, a oggi, pensando alla gara di ritorno vien da dire che riproporre la stessa scelta di schierarlo dall'inizio potrebbe rivelarsi un'arma vincente. E la base di ogni ragionamento non va mai dimenticata: se Gasperini, uno che vuole sempre vincere, lo sceglie dal primo minuto è evidente che lo fa per ragioni tattiche molto precise.
La presenza contemporanea di Pessina e Pasalic nel 4-2-3-1 visto a Lipsia ha stupito tutti. Però va detto che fino a quando è rimasto in campo il numero 32 nerazzurro (circa un'ora) con quel tipo di schieramento la squadra ha completamente ingabbiato i padroni di casa. Certo, il palo del primo tempo di André Silva è nato da un suo errore (palla rubata a centrocampo), ma si è trattato di un episodio. Si è visto di più Pasalic perché il croato, per caratteristiche, è un giocatore più avvezzo a puntare la porta con decisione (con 9 gol è il bomber in campionato dell'Atalanta), ma anche Pessina, sul piano tattico, è prezioso.
Dopo l'Europeo il rendimento del prodotto del vivaio del Milan non è stato più quello del passato, con il Verona prima e l'Atalanta poi Pessina si è messo in luce e ha fatto vedere ottime cose, ma, anche se adesso non pare più quel giocatore così frizzante e bravo nelle incursioni, se uno come Gasperini lo sceglie dall'inizio in un quarto di finale di Europa League significa che di lui si fida. E a Lipsia avrebbe potuto schierare al suo posto Malinovskyi, ad esempio. Invece il tecnico ha scelto Pessina, con la squadra che ha giocato alla grande. Qualcosa vorrà pur dire...