Scalvini, l'oro di Bergamo: con il Verona prestazione da veterano e primo gol in A
Il ragazzo si è messo in mostra e non è la prima volta. Giusto dargli sempre spazio da qui alla fine e pensare bene a come sfruttare i giovani
di Fabio Gennari
All'anagrafe è quasi un 2004. Nato l'11 dicembre 2003, Giorgio Scalvini rappresenta in questo momento uno dei pochi motivi di ottimismo pensando al futuro nerazzurro. In un momento nerissimo, con la squadra che sembra davvero un pugile suonato e alle corde, il numero 42 dei nerazzurri sta confermando quanto di buono si diceva di lui nei mesi scorsi: Gasperini lo sta proponendo con continuità e le prestazioni stanno confermando come sia un ragazzo su cui davvero si può costruire un pezzo di futuro.
Ciò che impressiona del ragazzo è la capacità di stare in campo senza quasi mai patire momenti e doti degli avversari. Contro Caprari, uno che ha un passo e un'esperienza diversi da lui, Scalvini si è ben disimpegnato anche in quelle situazioni in cui la giocata dell'avversario pareva metterlo in difficoltà. Più volte, con il lancio per Zapata o con l'appoggio in verticale, anche la costruzione del gioco lo ha visto protagonista e il gol nel finale (perfetto stacco di testa su cross di Zappacosta) lo ha premiato dopo alcune occasioni fallite in altre gare (l'ultima a Lipsia) che potevano farlo gioire prima.
Detto che da qui alla fine è giusto pensarlo sempre in campo, l'esempio di Scalvini forse merita un approfondimento anche sul discorso giovani. Lui e Cisse (altro 2003) sono entrati nel listone dei marcatori diversi di Serie A della Dea, giovani sfrontati e di qualità che scendono in campo e pensano a dare tutto per la squadra dando quel pizzico di brio, leggerezza e iniziativa che in troppi altri elementi, in questo momento, non si vedono. E allora, da qui al termine della stagione, perché non puntare forte sulla loro crescita pensando anche al futuro? Perché non ripartire con un ciclo nuovo basato sui giovani?