Grumello, dopo l'omicidio Hamedi El Makkaoui ha consolato la famiglia della vittima
È andato addirittura a prendere l'ex fidanzata Federica, figlia di Anselmo Campa, all'aeroporto: lei tornava da Sharm el-Sheikh dopo essere stata avvertita dell'assassinio del padre
Una discussione degenerata al punto da sfociare in un omicidio. Avrebbe perso il controllo Hamedi El Makkaoui, per gli amici “Luca Makka”, 22 anni, originario di Castelli Calepio, reo confesso dell’omicidio dell’imprenditore Anselmo Campa, 56 anni, trovato morto mercoledì 20 aprile nel suo appartamento a Grumello del Monte.
Alla base dei dissapori ci sarebbero questioni economiche e la sensazione del giovane di essere stato “tradito”. Come nel caso della mancata compravendita di una Renault Clio che nel 2017 era stata acquistata dalla vittima e data in uso ad Hamedi. Il giovane era stato fidanzato con la figlia maggiore dell’imprenditore, Federica, ma terminata la relazione Campa aveva voluto che gli venisse riconsegnata l’auto, comprata come veicolo aziendale. Il ventiduenne si sarebbe quindi accordato verbalmente per comprare la Renault a rate, versate di volta in volta, salvo poi scoprire che la Clio era stata venduta da Campa a un amico. Così, martedì scorso, Hamedi si sarebbe recato a casa della vittima perché gli venissero risarciti i soldi spesi. Davanti al rifiuto e alla lite che ne è scaturita il giovane avrebbe perso il controllo e, afferrato un martello trovato in casa, avrebbe colpito l’uomo, uccidendolo.
Questa, in sintesi, la versione fornita agli inquirenti, che potrebbe arricchirsi di ulteriori elementi al termine dell’interrogatorio di convalida dell’arresto, previsto per oggi pomeriggio. A mettere gli investigatori sulle tracce di Hamedi le contraddizioni riguardo agli spostamenti compiuti martedì sera (in un primo momento avrebbe raccontato di non essersi mosso da casa fino all’inizio del turno di lavoro) e le immagini riprese dalle telecamere della zona.
Tra i particolari emersi il fatto che Federica, tornata disperata con il primo volo da Sharm el-Sheikh dopo essere stata avvertita dell'assassinio del padre, all’aeroporto di Milano, ad attenderla, ha trovato lui, Hamedi, il suo ex, l’assassino. Si erano lasciati a fine marzo. Nono solo: in questi giorni Hamedi aveva anche consolato sua madre Sara, ex moglie della vittima, pure lei sconvolta dalla tragedia.
Riconvocato nuovamente dai carabinieri, che nel frattempo avevano perquisito la sua abitazione e il posto in cui lavorava, il ventiduenne è crollato, confessando l’omicidio. Determinante nel convincere Hamedi a confessare è stato il fratello maggiore. «Non c’è giustificazione per ciò che ha fatto – ha dichiarato il fratello a L’Eco di Bergamo -. Ha perso la testa ed è giusto che la giustizia faccia il suo corso. Vorrei però che fossimo lasciati in pace, perché in questa storia ci sono due famiglie che stanno soffrendo».