Insetti commestibili: perché sono ritenuti il cibo del futuro?
Dal 2021 sono sempre più gli insetti che l’Autorità per la sicurezza alimentare dell’UE ha dichiarato sicuri per il consumo umano. Così come ci confermano gli amici del Il Grillo Croccante, un sito dedicato proprio alla scoperta di quali sono gli insetti commestibili più nutrienti e ricchi di proteine, questi “nuovi alimenti” sono sempre più presenti sulle tavole di molte famiglie italiane.
Pasta, barrette proteiche e farine per la realizzazione di pane e dolci sono gli usi più comuni. Ma sempre più spesso si possono vedere questi insetti protagonisti di barbecue o utilizzati come condimenti a piatti della tradizione.
Le locuste migratorie (Locusta migratoria) e i vermi da pasto essiccati (le larve del coleottero Tenebrio molitor) sono due degli insetti commestibili più diffusi. Si possono trovare nei negozi specializzati online o in molte erboristerie.
Le caratteristiche più interessanti di questi “nuovi cibi” (sono definiti nuovi cibi dopo l’ufficializzazione nel 2017 della loro messa sul mercato in Svizzera. Prima nazione europea a riconoscerli come alimenti provenienti da fonti nuove), è la buona percentuale di grassi, proteine e vitamine presenti nel loro interno. Molti stati, così come le Nazioni Unite, stanno incoraggiando il consumo di questi insetti. L’incremento del loro consumo, permette di ridurre l’impatto che la creazione di cibo ha sul nostro pianeta. I gas emessi da animali come mucche e maiali, in questa tipologia di allevamento non è presente. Inoltre, anche l’effetto serra dato dalla produzione di carne negli stabilimenti è decisamente inferiore.
Anche se sono molte le culture occidentali che si oppongono a questa tipologia di cibo – Stati Uniti d’America in primis – il loro consumo è in costante aumento.
Entomofagia (consumo umano di insetti) in tutto il mondo
Nutrirsi di insetti non è una cosa del tutto nuova per l’uomo. In alcune zone del mondo gli insetti sono inclusi nella dieta di tutti i giorni da migliaia di anni. La locusta migratoria, ad esempio, è un insetto edibile che viene comunemente mangiato in Zambia, in Thailandia o nelle Filippine.
In queste nazioni, gli insetti più diffusi sono i coleotteri, le vespe (sia nella forma adulta che nello stato larvale) e le cavallette. Conditi con spezie e salse di ogni genere, sono visti come un alimento importante nella dieta di persone di ogni estrazione sociale.
Se si è allergici ai crostacei o ai molluschi, è bene evitare di mangiare gli insetti edibili. In alcuni casi, possono portare ad allergie della stessa tipologia.
L’evoluzione del consumo di insetti
Si stima che in tutto il mondo siano più di 2 miliardi le persone che si cibano quotidianamente di insetti. Anche in epoche remote, ci sono testimonianza di persone che si cibano degli insetti anche durante l’Impero Assiro, il consumo di insetti era visto come una cosa del tutto normale.
Al contrario, al giorno d’oggi, il mondo occidentale in primis evita – o guarda con curiosità – all’introduzione degli insetti edibili nella propria dieta. Anche se l’industria degli insetti commestibili è in costante aumento, rappresenta sempre una percentuale minuscola se la si paragona al consumo di carne.
Per incrementare il consumo di questo alimento, sono nate associazioni e siti internet specializzati. Il loro compito?
Quello di far comprendere alle nuove e vecchie generazioni che cavallette e vespe possono diventare un alimento importante per perseguire un’alimentazione salutare. Questo, in aggiunta al fatto che si tratta di una tipologia di coltivazione che porta gradualmente a ridurre l’inquinamento collegato all’industria della produzione della carne.
Ogni chilo di carne di manzo ad esempio, corrisponde a una emissione di 60 Kg di CO2 nell'atmosfera. Al contrario degli insetti, che portano ad immettere circa 14 Kg di CO2 nell'atmosfera per ogni chilogrammo di materia. Una differenza sostanziale, se la si moltiplica per l’ammontare di carne che viene prodotta ogni giorno in tutto il mondo.