Criminalità organizzata, 170 i beni confiscati in Bergamasca: fenomeno in crescita
In meno di cinque anni i beni sequestrati sono aumentati del 39 per cento: il dossier dell’associazione Libera
Nel 2020 in Bergamasca sono stati 46 gli episodi legati alla criminalità organizzata, 63 nel 2021 e con cadenza di un episodio a settimana tra sequestri, blitz, indagini e misure di prevenzione patrimoniali: sono solo alcuni dei dati presentati nella serata di ieri (lunedì 23 maggio) dall’associazione Libera e contenuti nei dossier sui fenomeni mafiosi in terra orobica. All’interno dei report non solo i fatti legati alle mafie intese in senso stretto, ma anche a soggetti o gruppi che adottano quel modus operandi.
La presentazione è avvenuta nella sala Viterbi del palazzo della Provincia, alla presenza del presidente Pasquale Gandolfi, del membro del Comitato antimafia ed ex presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano David Gentili e del referente provinciale dell’associazione Libera Francesco Breviario. La ‘ndrangheta si conferma l’organizzazione più attiva e radicata sul nostro territorio, anche a seguito delle condanne derivate dall’operazione “Papa” del 2019, in cui era emerso un giro di estorsioni e gli incendi ad opera dei clan calabresi, e i collegamenti con indagini di altre procure negli ultimi due anni e mezzo, che hanno evidenziato collegamenti di questi gruppi mafiosi con la Bergamasca. L’infiltrazione economica è invece l’attività a cui è maggiormente dedita la camorra.
Per quanto riguarda il riciclaggio, il fenomeno ha subito una flessione nel primo semestre 2020, durante l’emergenza Covid, pari al -20 per cento, per poi ripartire nel 2021 arrivando addirittura ad un sorpasso del +27 per cento sull’anno precedente, con 1.952 segnalazioni antiriciclaggio sul nostro territorio dalla banca d’Italia. Anche la filiera della droga aveva inizialmente risentito della pandemia, per poi arrivare anche qui ad una ripresa che nel primo trimestre di quest’anno ha portato al sequestro di 437 chili di stupefacenti, superando il quantitativo dell’intero 2020.
Arrivando ai beni confiscati, anche qui è avvenuto un incremento del fenomeno: nel 2017 infatti si era a quota 128, mentre nel giro di circa cinque anni, ad aprile 2022, ne risultano 170: un aumento del 39 per cento che non tiene conto, peraltro, degli immobili fermi in quanto soggetti a sequestro. L’associazione Libera ha poi voluto portare l’attenzione sugli attuali 112 in gestione all’Agenzia nazionale dei beni confiscati tra abitazioni, negozi, magazzini, garage, terreni e negozi: tutti immobili che dovrebbero essere destinati a fini sociali, con una collaborazione tra istituzioni ed enti locali che aiuti i Comuni a rigenerarli, andando oltre le difficoltà economiche.