Però non ve lo consigliamo lo stesso

Non mangiare per un po' di tempo potrebbe far vivere più a lungo

Non mangiare per un po' di tempo potrebbe far vivere più a lungo
Pubblicato:
Aggiornato:

Quattro giorni di digiuno, ogni tre settimane e per sei mesi: non è un nuovo regime dietetico, ma (forse) un segreto di elisir di lunga vita. Secondo i risultati di una ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell e condotta dall'Istituto di Longevità della University of Southern California negli Stati Uniti, in collaborazione con il Laboratorio di oncologia e longevità dell'Istituto FIRC di Oncologia Molecolare di Milano, l’astensione periodica dal cibo innesca benefici cambiamenti nel sistema immunitario, indotto a rinnovarsi e a produrre naturalmente cellule nuove e, soprattutto, giovani.

Come funziona il digiuno. Per sei mesi i ricercatori hanno sottoposto un gruppo di volontari a periodi di rigore alimentare, ovvero niente cibo per quattro giorni, e hanno osservato che, in quest’arco di tempo e a queste condizioni, il sistema immunitario si libera delle cellule inutili e comincia a riprodurne di nuove in modo naturale, come se si trovasse ancora in una fase di crescita o alla nascita.

 

 

Come è possibile? Per un processo fisiologico: un organismo, in mancanza di cibo, deve autoalimentarsi e comincia così a consumare le proprie riserve, ovvero i grassi, il glucosio e tutte le altre sostanze e principi nutritivi energetici. Allo stesso tempo, però, in questo periodo di restrizione, si avvia anche un processo di riduzione degli organi, dovuto al fatto che il corpo deve gestire le poche risorse che ha a sua disposizione. È una vera e propria pulizia, perché l’organismo si libera di circa un terzo di globuli bianchi vecchi e di tutte le eventuali cellule danneggiate o improduttive.

Verrebbe da pensare che così facendo si stimoli un generale indebolimento del corpo, e invece accade tutto il contrario: perché insieme alla distruzione ed eliminazione di ciò che non serve più, ovvero che non contribuisce in maniera efficace al benessere del corpo, questo comincia a produrre anche alcune cellule staminali giovani che vanno a sostituire quelle scartate. E appena il cibo è nuovamente introdotto in quantità sufficiente, le staminali cominciano a generare nuovi globuli bianchi. Che in termini di salute significa più longevità e benessere: infatti il deterioramento del sistema immunitario è alla base del processo di invecchiamento che innesca la miccia di varie malattie, tra cui anche la maggiore predisposizione all’insorgenza di tumori.

Quando si rinnova il sistema immunitario. Sarebbero sufficienti alcuni giorni per dare un look giovane al sistema immunitario. Almeno secondo le prime attestazioni scientifiche.  Esperimenti di laboratorio condotti sui topi dimostrerebbero la metamorfosi tra il secondo e il terzo giorno, tanto che alla fine gli animali adulti si sono ritrovati con un sistema immunitario con le stesse caratteristiche di quello di un topo giovane.

 

 

Per l’uomo, sebbene sia possibile, occorre un po’ più di tempo e fatica perché pare che il rinnovamento possa avvenire tra il quarto e il quinto giorno. Il primo giorno di digiuno, che va eseguito sotto stretto controllo medico e non fai-da-te, è il più difficile: è quello in cui l’organismo comincia a consumare le riserve. Poi, nel secondo, gli organi cominciano a rimpicciolirsi e a dover razionalizzarle le risorse e per non cedere ai morsi della fame, è bene distrarsi, passeggiare all’aria aperta e fare ciò che piace. Perché il giorno dopo, nel terzo, potrebbe subentrare un po’ di affaticamento e torpore che richiede riposo. Ma la stanchezza e il tempo che passa hanno anche i loro vantaggi: l'ansia da cibo si allontana, alcune cellule staminali scartate vengono rimpiazzate da cellule nuove. E il quarto giorno è la ‘fine’, ma per una volta in senso positivo in quanto il cibo può essere di nuovo ingerito in quantità ottimali e sufficienti per permettere al corpo di produrre ex novo i globuli bianchi. E rimettersi in sesto (ma non intendiamo di giorni in questo caso bensì in buona forma fisica).

Il digiuno ‘longevo’ non è nuovo. Il primo scienziato a proporlo e ad osservare in esso un risvolto di lunga vita è stato Roy Walford, che ha iniziato ipotizzare con i suoi studi questi effetti ringiovanenti più di 50 anni fa. Non si trattava però di ‘digiuno a tempo’: Walford proponeva infatti un’astinenza prolungata ed austera dal cibo, sostituita negli esperimenti americani di oggi da una dieta di basso livello calorico, da seguire per 4-5 giorni appunto, e da ripetere ogni volta da uno a sei mesi, in base al bisogno.

Seguici sui nostri canali