Parking Fara, opera utile o deleteria a danno del nostro Patrimonio Unesco?
Dopo l’interrogazione del deputato Devis Dori, la risposta dell’Amministrazione non soddisfa il comitato "No parking Fara"
«Neppure la paventata minaccia di inserimento del multisito Unesco nella Danger List ha smosso gli animi». Sono le parole che arrivano accorate dal comitato No parking Fara. Negli scorsi giorni, si è riaccesa la miccia sulla querelle Parking Fara e ora la discussione continua a infiammare gli animi, tanto che il comitato vuole chiarire quale sia il cuore di una questione che si trascina da tempo: «Dopo la richiesta di fermo del cantiere portata in parlamento da Devis Dori, deputato di Europa Verde, sono seguite repliche riportate dagli organi di informazione che, unitamente a quelle degli ultimi mesi, meritano alcune precisazioni».
Secondo il comitato, nel corso della discussione è stato perso il focus sull’argomento principale: «Come ricorda l’on. Dori, è stata sottoposta all’attenzione di amministrazione, Unesco e organi competenti un preoccupante e autorevole studio tecnico che evidenzia dubbi sulla reale tenuta del muro di contenimento e assenza di un piano serio di manutenzione per gli anni a venire. Allarme che dovrebbe essere preso in considerazione e a cui dovrebbe essere data rassicurante e documentata risposta».
Davanti all’interrogazione sottoposta da Devis Dori al Ministero della Cultura, L’Amministrazione aveva fatto sapere che il cantiere del Parking Fara sarebbe andato avanti anche nel 2023 per mettere fine a una vicenda che, tra aperture e chiusure, si muove a fisarmonica dal 2004 a oggi e soprattutto per tutelare il centro di Città Alta stesso. In questo modo infatti, l’amministrazione intende liberare le piazze di Città Alta ed il centro storico dalla presenza del traffico veicolare.
Qui le visioni si dividono. Parking Fara, creando nuovi parcheggi fuori dal centro storico e preservando il cuore di Città Alta, è un intervento in linea con l’atteso evento di Bergamo e Brescia Capitali della Cultura 2023 o stride fortemente con l’idea di cura e valorizzazione del patrimonio storico e artistico che la manifestazione stessa intende veicolare? Secondo il deputato Devis Dori «le Mura Venete rischierebbero di venire inserite dall'Unesco nella lista del patrimonio "in pericolo", con la conseguenza di un danno d'immagine oltre che al turismo. «Senza contare della possibile caduta di prestigio internazionale dell'Italia, che dimostrerebbe poca accortezza nel difendere il proprio patrimonio culturale, oltre che l'eventuale perdita di fondi» e il comitato Parking Fara chiosa: «I progetti si possono cambiare, il cemento armato no, pena ulteriori ingenti costi di adeguamento progettuale, statico, realizzativo, sempre a carico della comunità. Non pare quindi la tutela storica e ambientale la priorità della classe dirigente, bensì il profitto di pochi a spese della collettività».