Chiuso fino alle 8 del 10 agosto

Fervono i lavori per il trasloco del Pronto Soccorso dell'ospedale Bolognini di Seriate

Un ampliamento di 800 mq, nuovi servizi e spazi luminosi secondo la logica dell’open space. Lavori ispirati dal personale. Video e foto

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di Marta Belotti

È chiuso dalle 8 di questa mattina, martedì 9 agosto, il Pronto soccorso di Seriate, o meglio, l’attività è momentaneamente sospesa. Così sarà fino alle 8 di domani, per ventiquattro ore complessive che serviranno a traslocare dai vecchi ambienti a quelli nuovi, inaugurati ad aprile e pronti ora a entrare in funzione. Al suo interno c’è fermento e un brulichio di elettricisti, operai e infermieri percorre le nuove corsie, facendo la spola tra la zona buia del vecchio Pronto soccorso e la zona più ariosa e luminosa del nuovo.

«Buon trasloco a tutti», campeggia scritto su una lavagnetta nei corridoi. La frase fa capire quanta sia l’attesa per l’entrata in funzione del nuovo Pronto soccorso e come tutti si sentano coinvolti in un trasloco tanto agognato, annunciato già negli scorsi giorni. La popolazione è stata informata di non presentarsi nelle 24 ore, poi tutto sarà pronto.

L’ampliamento

L’attesa è fremente e anche se tutti parlano di «nuovo Pronto soccorso», si tratta in realtà di un ampliamento del vecchio, che comunque resterà attivo per i codici verdi. Si parla di 800 metri quadrati in più, con miglioramenti sostanziali ovunque, ma soprattutto nell’area di accoglienza e di triage, dove caricabatterie, spazi ampi e luminosi, postazioni comode e macchinette per il caffè renderanno le attese, di per sé mai gradite, meno pesanti per gli utenti.

La particolarità di questo ampliamento sta nel fato che ingegnere e architetto deputati alla progettazione e costruzione abbiano deciso di ascoltare le esigenze espresse dal personale stesso. L’infermiere Francesca Del Carro, coordinatrice del Pronto soccorso, spiega: «Quando ho saputo dell’intervento, ho voluto che noi potessimo dire la nostra e dare i nostri indirizzi. Volevamo evitare che si creassero situazioni, come avvenuto in passato o altrove, nella quali a lavoro finito chi ha iniziato a lavorare ha riscontrato problematiche e scomodità. Abbiamo visto l’ospedale di Parma, basato sugli open space, e abbiamo capito che il concetto ci piaceva. Così abbiamo chiesto che venisse realizzato seguendo questi principi. Siamo stati ascoltati e di questo siamo molto grati».

Francesca Del Carro
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Francesca Del Carro

Antonio Piazzini primario
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Filippo Manelli

massimo puricelli
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lavagnetta
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nuova sala
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Il vecchio Pronto soccorso

Il direttore: «Migliora la percezione di qualità»

Passando dal vecchio Pronto soccorso a quello nuovo, più luminoso, la sensazione è di transitare da un posto dove vorresti andartene il prima possibile a un luogo di cura e di accoglienza. Ne è consapevole il direttore Filippo Manelli, che spiega: «Noi non cambieremo il nostro modo di lavorare. Ci siamo sempre impegnati al massimo e continueremo su questa linea. Tuttavia, sono certo che la percezione di qualità da parte dei pazienti sarà nettamente superiore. Inoltre, anche il personale stesso sarà messo nelle condizioni di lavorare in modo più sereno».

Il fermento del personale si percepisce chiaramente dai guizzi di gioia negli occhi di Francesca Del Carro, che, riprendendo parola, conferma: «Bastano anche piccoli cambiamenti, come per esempio la posta pneumatica. Non è una grande innovazione in sé, ma lo è per il nostro ospedale che prima doveva sacrificare una persona e perdere cinque minuti solo per la consegna in laboratorio degli esami del sangue. Ora tutto avviene in automatico e nel giro di pochi secondi».

Una piccola innovazione che fa una grande differenza, così come la camera calda, il luogo dove arrivano le ambulanze, allestita ex novo in modo tale da dare accesso immediato all’area corrispondente al colore dell’urgenza.

La pandemia e le modifiche in corso d’opera

Tante le migliorie per un intervento voluto e desiderato da chi ci lavora, ma certamente anche dai possibili pazienti e dalla cittadinanza tutta, non solo di Seriate, ma di tutto il circondario. Negli ultimi anni, il flusso del Pronto soccorso dell'ospedale Bolognini è passato, complice la pandemia, dai trentamila ai 55-60 mila utenti, tanto da portare il reparto di Endoscopia digestiva a rinunciare a un’area, ceduta per i codici verdi altrimenti ingestibili nei vecchi spazi, troppo ridotti. Tuttavia, il progetto risale a prima del Covid.

«La pandemia è scoppiata proprio quando abbiamo iniziato gli scavi», spiega l’architetto Massimo Puricelli. Continua: «Il progetto originario, creato per allargare gli spazi a disposizione, era stato già elaborato, ma la pandemia ci ha permesso di riadattarne alcuni aspetti in corso d’opera, rendendo la struttura pronta in caso di nuove emergenze simili».

L’intera palazzina, della quale il Pronto soccorso occupa il piano terra, è stata costruita grazie a un finanziamento complessivo, statale e regionale, di oltre 7,5 milioni di euro. Regione Lombardia ha finanziato il nuovo pronto soccorso, stanziando 3 milioni 170 mila euro, mentre all’edificazione degli altri due piani sono stati destinati ulteriori contributi, per un totale di 4 milioni 480 mila euro. Fondi arrivati grazie al Decreto Rilancio, finalizzato all’ampliamento del numero dei posti letto di terapia intensiva, che contribuiranno a rafforzare l’area dell’emergenza-urgenza dell’ospedale di Seriate.

Il progetto nel complesso e le aree ancora da realizzare

Al primo piano dello stabile, su un’area di 850 metri quadrati, sono infatti previsti otto nuovi posti letto di terapia intensiva e una sala operatoria, mentre al secondo piano si aggiungeranno altri venti posti letto per la degenza dei pazienti. Entrambi i piani saranno operativi entro il 2023. «Finalmente, a settembre partiremo con il primo piano - riprende Puricelli -. Per il "Cubo delle emergenze", uno spazio apposito che in caso di pandemia può essere isolato completamente e che in tempi di pace invece funziona in collegamento con l’ospedale, la gara è in corso. I finanziamenti saranno in questo caso della Regione. Confido nel fatto che potremo farcela in sette-otto mesi. Dopotutto, la struttura c’è già. Forse solo l’installazione delle terapie intensive potrebbe richiedere più tempo, per un ovvio discorso di caratteristiche dei macchinari».

La promessa ora, oltre ai punti già finanziati, è che anche la parte vecchia del Pronto soccorso possa trovare i finanziamenti per essere ristrutturata e riqualificata.

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