Porta Sud, adesso si fa sul serio: Comune e Vitali presentano il nuovo masterplan
A margine della presentazione della nuova stazione ferroviaria, esposto anche l'ambizioso progetto per l'ex scalo ferroviario
di Andrea Rossetti
Niente più libri dei sogni, ora si fa sul serio. Si potrebbe riassumere così la conferenza stampa tenutasi oggi (21 settembre) a Palazzo Frizzoni con cui il Comune di Bergamo ha annunciato l'avvio dell'iter per l'Accordo di Programma con Regione teso alla riqualificazione dell'ex scalo ferroviario cittadino, area meglio nota con il nome di Porta Sud.
A margine della presentazione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica della nuova stazione firmato con Rfi, il sindaco Giorgio Gori, l'assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini e quello alla Mobilità Stefano Zenoni hanno anche svelato e raccontato gli importanti passi avanti fatti insieme alla Vitali per l'ambizioso ed enorme progetto relativo a Porta Sud. L'occasione è stata la firma dell'Accordo Preliminare tra la Vitali stessa e Sistemi Urbani (società proprietaria di buona parte dell'ex scalo ferroviario), con l'azienda che è stata dunque ufficialmente incaricata della realizzazione del masterplan per la trasformazione dell'area, firmato da Cino Zucchi Architetti con Gobbi Architettura e One Works.
Porta Sud, 44 milioni in opere pubbliche
«Dopo tanti, oforse sarebbe dire meglio troppi, progetti da libro dei sogni - ha dichiarato Valesini -, finalmente siamo innanzi a un passo avanti concreto nel cammino verso la riqualificazione di Porta Sud. Negli ultimi mesi abbiamo ripreso in mano il masterplan del 2019 e, con Vitali, l'abbiamo modificato e attualizzato, dando finalmente anche una forma alle idee. E adesso che Vitali e Sistemi Urbani hanno raggiunto un accordo, l'iter può finalmente cominciare. L'Accordo di Programma potrebbe essere siglato già nell'autunno 2023».
L'assessore Valesini ha sottolineato come la principale novità stia nel fatto che finalmente sono stati messi su carta dei numeri. Non numeri qualsiasi, bensì quelli legati al dimensionamento dei vari interventi, così come quelli legati al lato economico. Innanzitutto, l'accordo ora raggiunto con Vitali prevede un taglio significativo delle volumetrie che erano inizialmente previste nel Pgt (Piano di governo del territorio): da 340mila metri quadrati si è passati agli attuali 198mila, un taglio del 42 per cento. Questa riduzione delle superfici edificabili, però, non intaccherà la realizzazione di opere pubbliche che Vitali dovrà portare termine: si parla di circa 44 milioni di euro di investimento per queste ultime.
Via Gavazzeni, nuova stazione Tpl e il land-bridge
Proprio le opere pubbliche legate al progetto andranno a ridisegnare questa grande area. In primis, via Gavazzeni: la strada verrà praticamente rifatta, diventando uno dei fulcri viabilistici di Porta Sud, destinata a collegare via don Bosco (dalla rotonda della Malpensata) alla stazione ferroviaria arrivando fino a via Piatti, dove verrà creato un nuovo collegamento con la circonvallazione grazie a una rotonda sopraelevata che andrà a sostituire l'attuale ponte tra le vie Piatti, Tommaseo e Rovelli. Tra via Gavazzeni e la futura stazione verrà poi posizionata la nuova base del Trasporto pubblico locale (Tpl), che costerà 20 milioni di euro già finanziati da Regione. Qui arriveranno la maggior parte degli autobus che collegano la città alla provincia e viceversa. Sul lato Est della stazione ferroviaria, però, resterà una "piccola" base Tpl che sarà destinata principalmente al trasporto urbano (Atb) e ai mezzi della Brt (Bus rapid transit, il collegamento con bus elettrici tra Bergamo e Dalmine, ndr). Infine, restando sul tema trasporti, la stazione Teb verrà ampliata per dare spazio alla T2 della Val Brembana. Ecco perché «polo intermodale».
Un altro punto fondamentale del progetto è il verde. Si parla di quasi 36mila metri quadrati, di cui ben seimila legati al land-bridge, ovvero un parco-ponte che scavalcherà i binari ferroviari nella zona più a Est del progetto, collegando via Fantoni al futuro polo scolastico di viale Europa. Insieme alle due ali-ponte della stazione ferroviaria, il land-bridge sarà dunque il terzo punto di ricucitura delle aree a Nord e a Sud della ferrovia. Sul lato Sud del land-bridge, inoltre, il collegamento con il polo scolastico di viale Europa verrà realizzato attraverso un grande parco di ben venticinquemila metri quadrati, al cui interno passerà anche una pista ciclopedonale che giungerà fino a Boccaleone. L'intento è quello di "invertire" la prospettiva di accesso al polo scolastico: non avverrà più da via Gavazzeni ma proprio dal lato Est, più verde e pensato per la pedonalità.
Duemila parcheggi e un mercato coperto
Porta Sud sarà poi collegata direttamente alla circonvallazione anche attraverso viale Europa e diventerà così una nuova, grande via d'accesso alla città. Per questo motivo, al di sotto della stazione Tpl verrà creato un grande parcheggio da duemila posti auto. Tantissimi, se si considera che in tutta la città ci sono, attualmente, 2.400 posti auto circa nelle strisce blu. Come ha spiegato l'assessore Zenoni, grazie a quest'opera «Porta Sud diventerà una sorta di membrana permeabile: una certa mobilità, quella automobilistica e privata, si fermerà lì, aprendo così la città a una mobilità ancora più sostenibile. Quel parcheggio non sarà solo destinato ai pendolari, ma anche a chi vorrà venire a visitare il centro o Città Alta».
Valesini ha poi continuato a esporre alcuni punti fondamentali dell'accordo trovato con Vitali. Tra questi, i centomila metri quadrati per la costruzione di immobili residenziali. Ventimila di questi, però, dovranno essere destinati a residenza convenzionata (housing sociale). Altri 25mila mq saranno invece superfice commerciale. E qui è prevista un'altra novità non da poco, ovvero la realizzazione di un mercato coperto di circa cinquemila mq. Questo, secondo il progetto, sarà posizionato dove ora si trovano le pensiline delle Autolinee, che dovrebbero venire abbattute. Sempre Valesini ha detto: «La realizzazione di un mercato coperto in quell'area consentirà di legarsi alla riqualificazione di Piazzale Alpini andando a rimuovere un punto che attualmente è noto come particolarmente critico. Anche questo intervento andrà quindi a configurare una ricucitura urbana: tra Porta Sud, il nuovo ponte Est della stazione ferroviaria, il mercato coperto, Piazzale Alpini e viale Papa Giovanni si creerà un dialogo che oggi non esiste».
«Un progetto dal respiro internazionale»
La soddisfazione della Giunta per quanto esposto è confermata anche dalla Vitali, rappresentata dall'amministratore delegato Cristian Vitali e dal development manager Carlo Masseroli, che ha commentato: «Siamo davvero molto soddisfatti. Siamo davanti a un punto di svolta: il progetto preliminare della nuova stazione ferroviaria e il masterplan DI Porta Sud sono davvero qualcosa di grande. È una via di non ritorno intesa in senso positivo. Credo che quanto state vedendo rappresenti un paradigma del rapporto pubblico-privato: senza collaborazione, nulla di tutto questo sarebbe possibile. Complessivamente, parliamo di un investimento da quasi un miliardo di euro sulla città, in grado di avere un impatto positivo tre o quattro volte maggiore in termini economici. Interventi simili, in Italia, non ne sono mai stati fatti se non a Milano. È un progetto dal respiro internazionale».
A chiudere la presentazione è stato Gori: «Sono molto legato all'idea di unione tra Porta Sud e centro di Bergamo, all'idea di due poli opposti attraverso cui potrà scorrere un sacco di energia positiva. In passato, Porta Sud era stata presentata come "il terzo centro di Bergamo". Ecco, non sarà così. Non avrebbe senso. Con questo progetto, che parte dalla nuova stazione ferroviaria per poi ampliarsi a tutto il resto, l'idea è fare in modo che il centro della nostra città non si fermi a Porta Nuova, ma vada oltre. Non solo: quest'area sarà un vero e proprio laboratorio di efficienza energetica. Vitali ha stretto accordi importanti e il cento per cento dell'energia che verrà utilizzata in Porta Sud arriverà da fonti rinnovabili. Il 61 per cento sarà autoprodotta con pannelli fotovoltaici e pompe di calore, mentre il 39 per cento verrà acquistata ma sarà certificata. Insomma, sarà una grande comunità energetica, il che non è affatto poco».