Quel sindaco in tribuna d'onore che tace sul bando ai tifosi
Se è vero che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, non c'è altro rimedio che continuare a spaccargli i timpani.
Come ha documentato Bergamopost, nello splendido servizio sullo stadio acquario in cui l'Atalanta è costretta a giocare da cinque partite interne consecutive, domenica scorsa il primo cittadino di Bergamo era assiso in tribuna d'onore. Naturalmente, non ha detto una parola ufficiale sul bando medievale che sistematicamente danneggia una città intera, la sua provincia, la sua tifoseria, la squadra che da 107 anni la onora nel mondo, alla faccia della Casta locale, incapace da cinquant'anni di risolvere il problema stadio.
Dopo la trasferta di Firenze, a metà febbraio l'Atalanta riceverà l'Inter: con l'aria repressiva e liberticida che tira a Bergamo, non è difficile ipotizzare un nuovo editto prefettizio per limitare i diritti della gente atalantina.
Non è dato sapere se il sindaco di Bergamo allieterà la tribuna d'onore con la sua presenza. A noi interessa che, in questi dieci giorni, trovi il tempo e, soprattutto, il coraggio di dire ciò che pensa sulla questione, da che parte stia: con i tifosi dell'Atalanta o con uno Stato debole che l'Atalanta e i suoi tifosi continua a tartassare?
Sino a quando non si degnerà di farlo, Bergamopost sarà qui a ricordargli che va bene il parcheggio della Fara. Va bene "l'housing sociale a Sant'Agata" (Montanelli lo diceva sempre: parla come mangi). Va bene che Alfano, da cui il sindaco di Bergamo si catapultò all'indomani di Atalanta-Roma, in questi giorni era impegnato difendere strenuamente la sua poltrona, come le cronache quirinalizie ci hanno raccontato. Ma sul reiterato sopruso perpetrato contro i tifosi dell'Atalanta, è vietato tacere. E ci sono silenzi che stanno diventando insopportabilmente assordanti.