Semplificare no?

Tra burocrazie e tempistiche, il voto all'estero continua a essere un terno al Lotto

Storie di bergamaschi oltre confine alle prese con le difficoltà ad esprimere la loro preferenza alle elezioni

Tra burocrazie e tempistiche, il voto all'estero continua a essere un terno al Lotto
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di Marta Belotti

In molti l’hanno attesa come gli appassionati lettori di Harry Potter aspettano la letterina di convocazione a Hogwarts, che - spoiler - mai arriverà; altri si sono persi tra le varie procedure; altri ancora hanno fatto richiesta, ricevuto, votato, imbucato e tutto è, o sembra essere, andato liscio come l’olio.

Sono tanti i bergamaschi che hanno votato dall’estero, o che almeno ci hanno provato, e altrettante sono le storie, le avventure e disavventure sperimentate. «Non sono riuscita a votare e il fatto mi scoccia. È vero che sono via da più di un anno, che torno a casa poco e che la politica italiana è ormai qualcosa di abbastanza lontano da me. Tuttavia, mi sono informata e mossa per tempo per esercitare il mio diritto di voto. Alla fine, però, non ci sono riuscita»: per Giulia Cremaschi, ostetrica ad Amburgo, il problema è stato nella consegna della famosa busta contenente istruzioni e tessera elettorale.

A lei, il plico è arrivato completo, ordinato, chiaro. Ma troppo tardi. La data per la consegna al Consolato di Hannover era il 22 settembre e la busta le è arrivata proprio quel giorno. «Avrei dovuto far pervenire il tutto entro le quattro di pomeriggio, ma ho trovato la busta al ritorno da lavoro. Anche se mi fossi dedicata solo a quello, mai sarei riuscita a votare per tempo, quindi mi sono tenuta la busta e l’amarezza. Al contrario, la mia collega, anche lei italiana e che vive a 500 metri da me, ha ricevuto tutto qualche giorno prima ed è riuscita a votare».

Capire se sia stato un problema del sistema postale della città, del Ministero degli Esteri o del Consolato è praticamente impossibile. Tanti, infatti, sono i passaggi che regolano e dai quali dipende l’esercizio del voto dall’estero per corrispondenza.

Innanzitutto, a votare sono solo coloro che sono iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), ma anche quelli che si trovano temporaneamente all’estero per un periodo di almeno tre mesi per motivi di lavoro, studio o cure mediche. In quest’ultimo caso (...)

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