Pronto soccorso di Treviglio, ecco come l'Asst vuole tagliare i tempi di attesa
In arrivo 230 assunzioni per l'Asst di Treviglio
Eliminare il "collo di bottiglia" al Pronto soccorso, tagliando i tempi di attesa, e contemporaneamente riportare al di sopra dei livelli del 2019 il numero di interventi chirurgici nei due ospedali di Treviglio e di Romano. In più, inaugurare le nuove Case e gli Ospedali di comunità, e potenziare, il più velocemente, l’organico aziendale con 230 nuove assunzioni entro il 2023. Sono le quattro «sfide capitali» su cui sta lavorando in queste settimane l’Asst Bergamo Ovest, per rilanciare la sanità pubblica della Bassa fiaccata da tre anni di pandemia.
Case e ospedali di comunità, Pronto soccorso e reparti: in arrivo 230 assunzioni a Treviglio
Il primo obiettivo sarà anche probabilmente quello critico, ma insieme quello più atteso dai circa 50mila cittadini della Bassa che ogni anno accedono ai Pronto soccorso dell’Asst Bergamo Ovest, e spesso ne escono dopo tante, troppe ore. Una soluzione passerà dal potenziamento dell’organico complessivo aziendale: «Assumeremo il più velocemente possibile circa 190 nuovi infermieri e 40 medici - spiega il direttore generale Peter Assembergs - Ciò contribuirà ad alleggerire la sofferenza di organico di cui soffre in particolare il Pronto soccorso: avendo escluso, nella nostra Asst, le cooperative esterne, ad oggi alcuni turni sono coperti da personale proveniente da altri reparti».
Un’altra spallata ai tempi di attesa arriverà, invece, dall’applicazione di una nuova direttiva regionale, firmata proprio all’inizio di settembre. «Una vera rivoluzione organizzativa - anticipa Assembergs - che cambierà radicalmente il “dietro le quinte” di tutti i reparti di Pronto soccorso in Lombardia, ma anche molti altri processi aziendali. Finalmente aggrediremo in modo definitivo, e secondo criteri scientifici, i due problemi più gravi che affliggono il nostro ospedale: i tempi di attesa e l’appropriatezza degli accessi in Pronto soccorso.
Il collo di bottiglia del Pronto soccorso di Treviglio
Come funzionerà nel dettaglio? I dati individuano il vero «collo di bottiglia» dei Ps nel tempo che intercorre tra la fine della visita e il ricovero nei reparti di degenza. Considerato che circa un accesso su quattro porta ad un ricovero, la gestione dei letti liberi nei reparti è fondamentale per evitare disallineamenti con le richieste del Ps. Di questo si occuperà il «bed manager», una nuova figura professionale individuata dall’Asst e prevista dalla legge regionale che dovrà garantire che ogni reparto interno abbia sempre un sufficiente numero di posti a disposizione per i nuovi accessi dal Pronto soccorso. Ad esso si affianca un Nucleo aziendale per la gestione dei ricoveri di area medica, composto dal bed manager e dai direttori delle aree interessate. Tra le strategie suggerite dalla Regione per ridurre i tempi di attesa c’è inoltre la creazione di «admission room» e di «discharge room», per accogliere rispettivamente i pazienti in attesa di essere trasportati dal Ps al reparto, e i pazienti in via di dimissione dal reparto e diretti al domicilio, o in altre strutture sanitarie.
Anche sul fronte della «selezione all’ingresso» la riforma dispone nuovi modelli organizzativi, per migliorare l’«appropriatezza» dei ricoveri dal Pronto soccorso: cambieranno le modalità di gestione dell’Osservazione breve intensiva, che dovrà tornare ad essere inferiore alle 36 ore dalla prima visita. Mentre rispetto al follow-up (le visite di controllo che talvolta richiedono al paziente di tornare in Pronto soccorso), la Regione richiede l’istituzione di percorsi attraverso ambulatori dedicati, almeno per le patologie che lo consentono.
Comfort e riduzione dei tempi di attesa
Ma se attesa dovrà comunque essere, anche rispetto al comfort di pazienti e parenti il nuovo Pronto soccorso dovrà essere migliorato. «Dai pannelli informativi alle tv, fino ai distributori di bevande, sarà importante anche questo aspetto - continua Assembergs - Anche se restano centrali i due principali obiettivi: ridurre gli eccessivi tempi di attesa, e gli accessi non appropriati. Due fenomeni che non solo generano disagio nei pazienti, ma che possono anche avere ripercussioni di natura clinica».
Vigilerà la Regione: monitoraggio quotidiano
A vigilare su tutto ciò sarà la stessa Regione, che ha imposto un monitoraggio quotidiano dei posti letto dei Pronto soccorso e una relazione mensile dettagliatissima per sei mesi.
E poi? Un altro attuale punto dolente è il follow-up dei pazienti dopo la dimissione dal Pronto soccorso, che dovrà integrarsi con il territorio e con la rete dei medici di base e delle case di comunità. Un’altra partita tutta da giocare, e che anche nella Bassa sta entrando nel vivo.