Bergamo, l'aeroporto investe ma la gente del quartiere di Colognola non ci sta
L'associazione torna a protestare per il rumore: «Noi vittima sacrificale». Sacbo parla di investimenti da 400 milioni
di Stefania Repola
L’associazione “Colognola per il suo futuro” è da anni in prima fila per quanto attiene le problematiche derivanti dal traffico aereo che interessa la zona. Da tempo lancia appelli alle istituzioni, nel tranquillo quartiere a sud della città, che ospita circa seimila persone, le giornate trascorrono serene, se non fosse per quel rombo improvviso che sembra far tremare la terra sotto i piedi.
«Siamo reduci da un’estate che definire impossibile sarebbe un eufemismo, qui gli aerei decollano troppo frequentemente ed è impossibile conversare, telefonare, guardare la televisione o anche semplicemente riposarsi».
La presidente dell’associazione, Maria Camilla Colnago, reduce da anni di battaglia sul tema, non ha alcuna intenzione di mollare: «La gente è esasperata. Chiediamo di essere tutelati da chi è deputato a farlo. Non vogliamo calpestare i diritti di nessuno, ma pretendiamo che anche i nostri siano rispettati. Siamo pronti ad andare avanti, per noi ma anche per i nostri nipoti, per il loro futuro. Inoltre - prosegue Colnago - gli aerei sorvolano giornalmente anche le 1.200 persone nelle scuole accanto a noi, i bambini del vicino nido e non solo, siti sensibili che per legge dovrebbero avere delle tutele particolari».
Si tratta di una situazione che viene definita «insostenibile», ancora di più da chi è costretto a passare l’estate in città: «Diverse persone, spesso anziane, per sfuggire al rumore sono costrette a tenere finestre chiuse e aria condizionata accesa. Il risultato è che i costi delle bollette, ovviamente, salgono alle stelle».
«Non chiediamo certo la chiusura dell’aeroporto - precisa Gabriella Pesce, vicepresidente dell’associazione di quartiere -, ma che torni a essere un “City Airport”, così come era stato programmato. Invece abbiamo assistito a un aumento secondo noi spropositato dei voli. Stiamo parlando del terzo scalo italiano, situato ad appena tre chilometri dal centro abitato. Il traffico aereo è per noi un vero proprio incubo, che dovrebbe finire entro le 23 ma che si protrae spesso ben oltre quell’orario, costringendoci a notti insonni. Tutto è concentrato su un’unica rotta che attraversa in pieno la nostra Colognola, vittima sacrificale di un’intera città».
L’auspicio, così come sottolineato dalla vicepresidente Pesce, «è che si riconosca il nostro diritto alla salute, soprattutto a livello psicofisico. Se così non fosse, il nostro quartiere è destinato a morire per via dello spopolamento che già da diverso tempo si sta riscontrando a seguito delle problematiche derivanti da questa situazione».
Interpellata sulla questione, Sacbo, società di gestione dell’aeroporto, ha preferito non rilasciare dichiarazioni (...)