Comunicato Atalanta sull'inchiesta "Fuorigioco": «Contestate fatture per 10.500 euro»
Il club ha preso posizione sulla questione delle contestazioni arrivate da parte della Procura partenopea: si parla di cifre davvero piccole
di Fabio Gennari
Dopo una giornata di voci e notizie, anche contrastanti, l'Atalanta ha emesso un comunicato che chiarisce la posizione del club e quanto viene contestato ai nerazzurri da parte della Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta "Fuorigioco".
La situazione è abbastanza paradossale. Giusto che la giustizia faccia il suo corso e che vengano portate avanti tutte le verifiche del caso, ma la cifra finita al centro delle indagini appare veramente minima per operazioni che, stando al comunicato, sono già state valutate come corrette da diverse commissioni tributarie.
«In merito alla vicenda riguardante il processo in corso a Napoli - si legge nella nota stampa nerazzurra -, Atalanta BC Spa informa che la contestazione rivoltale riguarda la contabilizzazione da parte del Club di due fatture emesse nel 2012 e 2013, per un ammontare complessivo di IVA pari a € 10.500 (diecimilacinquecento euro). La totale correttezza del comportamento di Atalanta BC Spa è stata confermata da tutte le Commissioni Tributarie che si sono già occupate di questa vicenda, commissioni che non hanno perseguito in alcun modo la Società. Atalanta BC Spa ed i suoi dirigenti confidano nella magistratura chiamata a decidere in merito alla vicenda».
La notizia è tornata d'attualità perché si è chiuso il processo a Napoli, che durava da diversi anni, e tra i tifosi un po' di dubbi sono circolati, sebbene - secondo quanto riportato dalla Gazzetta - i pm abbiano chiesto l'assoluzione per il presidente Percassi. Ne citiamo due, in particolare, che hanno fatto parecchio discutere. Primo: possibile che una società che al tempo dei fatti contestati muoveva 24-26 milioni di euro lordi di stipendi andasse a cercar problemi per 10.500 euro? Secondo: se la stessa Procura ha definito le società vittime di un sistema che, di fatto, avvantaggiava i giocatori dal punto di vista delle imposte, perché chiedere una condanna per un presidente che sta a capo di quella società? Domande legittime, ma per le risposte serve ancora pazienza.