Lo speciale lunedì di Gasperini, per un giorno sindaco della sua Grugliasco: «Un grande onore»
Il mister ha incontrato i ragazzi del suo paese natale e ha detto loro che finanzierà la costruzione di un campetto da calcio
di Fabio Gennari (foto in apertura Ansa)
«Nella vita mi è capitato di tutto, ma mai di indossare questa fascia: è un grande onore, mi avete fatto un regalo pazzesco». Con queste parole, raccolte dall'Ansa, il tecnico della Dea Gian Piero Gasperini ha salutato ieri (5 dicembre) a Grugliasco, suo paese di provenienza alle porte di Torino, i ragazzi della scuola media 66 martiri nelle vesti di "sindaco per un giorno". L'allenatore della Dea ha deciso di donare un campetto a Grugliasco ricordando i tempi in cui era ragazzino.
«Tutto è cominciato da qui - inizia il racconto di Gasperini, visibilmente emozionato - e dai campetti al Fabbrichetta, al Leumann, al Trucco: dove sono arrivato adesso è l'apice, ma è nato come se foste voi e dovete sempre sognare. Questa è sempre stata casa mia, appena posso ci torno: qui ho iniziato a giocare a calcio e ad allenare, qui c'è la mia famiglia. Da sindaco per un giorno ho deciso che farò costruire un campo alla Fabbrichetta di Grugliasco aperto a tutti».
Parlando con i ragazzi presenti e rispondendo alle loro domande, l'allenatore della Dea ha parlato anche dei tifosi e di doping: «I tifosi sono una componente fondamentale, durante la pandemia mancava qualcosa di fondamentale ed è stato di una bruttezza incredibile giocare senza nessuno: il calcio è intrattenimento, la gente deve divertirsi. Il doping? Il calcio è uno sport di squadra e non ho mai percepito la sensazione che ci fosse, è capitato che qualche ragazzo usasse delle creme per tatuaggi che si sono rivelate dopanti, ma non era per alterare i risultati. La cosa più brutta di oggi sono le simulazioni: non è violenza, ma cerchi comunque di barare ingannando avversari e arbitri».