"Privé", il racconto di Marco Buscarino che svela l'affresco segreto del Teatro Sociale
Pubblicato da "Historica Edizioni", sarà disponibile allo stand dell'editore alla fiera del libro di Roma. Da oggi anche in libreria e online
I segreti di Bergamo arrivano a Roma grazie al racconto Privè, firmato dall'autore teatrale Marco Buscarino e da poco pubblicato da Historica edizioni, nel primo volume antologico dal titolo Lombardia e Liguria segrete e sconosciute. Protagonista è il capolavoro nascosto del poco conosciuto palco numero zero, che sovrasta il proscenio del Teatro Sociale di Città Alta. La mano autrice dell'affresco è quella dell'architetto Leopoldo Pollack, di origine viennese, vissuto nella seconda metà del XXVIII secolo e scomparso due anni prima di poter vedere il completamente e l'inaugurazione del teatro nel dicembre 1808.
Il racconto
Proprio in questi giorni, e fino all’11 dicembre il racconto sarà presente allo stand dell’editore alla fiera del libro di Roma Più libri più liberi. Per chi non è riuscito ad andare nella capitale, il racconto da oggi si può trovare nelle librerie nazionali e nei principali negozi online. La storia prende avvio con la rappresentazione di un balletto classico di una quotata compagnia internazionale. Tra il pubblico, c'è anche Andrea, giornalista che per motivi professionali segue lo spettacolo di danza. Il modo di sedere delle ballerine classiche, nonché gli sguardi fugaci degli artisti e delle artiste del corpo di ballo stregano il giornalista, che viene coinvolto dai movimenti rapidi e disinvolti delle ballerin e dalla grazia dell’intera rappresentazione sempre precisa e curata. Tuttavia, per lui la sorpresa più grande arriva nel corso dell’intervallo dello spettacolo, quando lascia la sua postazione per raggiungere il privè del palco zero ed è lì rivede il grande affresco posto sulla parete frontale alla porta chiusa che conduce nel corridoio del teatro.
L'affresco nascosto
Il dipinto raffigura uno spettacolo di balletto. Ballerine con abiti di variopinti colori pastello occupano la scena. Alcune di loro appaiono mascherate mentre si mostrano in diversificati passi di danza e se non fosse stato per il pubblico in abiti settecenteschi che in piedi guarda anch’esso le ballerine in palcoscenico, Andrea avrebbe potuto pensare che quell’immagine fosse la copia di quanto aveva visto poco prima, dal vivo, in teatro. La scena assume un carattere onirico, impresso dalle scrostature diffuse, capaci di creare una sorta di patina del tempo, che come una nebbia invade l’intero dipinto attutendo i colori sgargianti degli abiti delle ballerine. Solo il segnale che indica l'inizio del secondo tempo dello spettacolo riesce a riportare Andrea alla realtà.
Il racconto di Buscarino vuole essere una riflessione sui luoghi storici e artistici del territorio, in cui si assiste alla rappresentazione della bellezza, e che spesso, anche a chi pensa di conoscerli, regala straordinarie sorprese.