La querelle

Ex dogana di Arnosto, il Tar dà ragione al Centro Studi: «Grave inadempimento del Comune»

Il sindaco Luigi Elena prende atto della sentenza, il presidente dell’associazione Carminati intende chiedere i danni

Ex dogana di Arnosto, il Tar dà ragione al Centro Studi: «Grave inadempimento del Comune»
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Il Tar ha bocciato la delibera del Comune di Fuipiano, che stralciava l’accordo con il Centro Studi Valle Imagna per l’utilizzo degli spazi dell’ex dogana di Arnosto, condannando l’Amministrazione a pagare un risarcimento di 3.500 euro per le spese legali. Una soluzione che, però, non soddisfa appieno il presidente dell’associazione Antonio Carminati, il quale ha fatto sapere che ne chiederà uno ulteriore per i soldi anticipati due anni fa per il progetto “Berghemhaus”, mai partito per i disaccordi con la Giunta.

Della vicenda si era occupata la nostra testata e gli ultimi dettagli sono riportati oggi (venerdì 30 dicembre) dall’Eco di Bergamo: il Centro Studi aveva al tempo firmato una convenzione con la precedente Amministrazione del sindaco Valentina Zuccala, in collaborazione con Comunità Montana e Fondazione Cariplo, che promise 490 mila euro in regalo proprio per il progetto, che prevedeva la presenza di un piccolo albergo e spazio convegni nell’ex dogana veneziana della contrada. La realtà avrebbe ospitato eventi ed attività di promozione della cultura valdimagnina e la realizzazione sarebbe costata in tutto circa un milione di euro: 300 mila per un primo lotto finanziato da Regione Lombardia, altri 700 mila in un secondo lotto finanziato dai soldi di Cariplo, altri 85 mila dalla Comunità Montana, 85 mila ancora dal Comune di Fuipiano e gli ultimi 40 mila dallo stesso Centro Studi.

Peccato però che il lavoro non sia mai stato ultimato: infatti la successiva Giunta, con il nuovo primo cittadino Luigi Elena, nel 2021 con quella delibera annullava l’accordo affermando «l’inefficacia/nullità dell’affidamento per la realizzazione del progetto “Berghemhaus” al Centro Studi, perché a monte non è stata posta in essere alcuna procedura ad evidenza pubblica e ci sono state irregolarità sulle procedure per realizzare il progetto». Tra tali presunte irregolarità il fatto che, allora, Zuccala era anche un membro del Centro Studi e perciò ci fosse conflitto di interessi. Ciò portò il Centro Studi a fare ricorso al Tar il 29 marzo dello stesso anno, azione alla quale il Comune rispose invocando l’inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo. Adesso la sentenza ha stabilito che il ricorso è ammissibile, poiché non ci fu alcun reale conflitto di interessi nel 2018, e che la convenzione era stata sciolta per grave inadempimento dello stesso Comune, il quale aveva emesso una delibera per annullarla dopo tre anni, fuori tempo massimo da quei dodici mesi limite indicati dalla legge.

In tutto questo, viene da chiedersi cosa ne pensino i diretti interessati: il sindaco di Fuipiano fa semplicemente sapere che «prende atto della sentenza», l’ex prima cittadina Zuccali è contenta siano state riconosciute come tali le «illazioni» nei suoi confronti ed ha espresso preoccupazione per il progetto, ormai da ritenersi archiviato, mentre il presidente Carminati ha dichiarato che, avendo al tempo anticipato dei fondi per la parte gestionale, si proseguirà nel chiedere i danni al Comune.

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