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La fragile tregua dell'Est Immagini dal fronte ucraino

La fragile tregua dell'Est Immagini dal fronte ucraino
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Alle 00.00 di domenica 16 febbraio è ufficialmente scattata la tregua tra Russia e Ucraina, o meglio, tra esercito di Kiev e ribelli filorussi che da mesi si stanno dando battaglia nell’area Orientale dell’ex Paese sovietico. Il via libera alla tregua è giunto attraverso una conferenza stampa trasmessa a reti unificate, in cui il presidente ucraino Petro Poroshenko ha ordinato all’esercito di sospendere le operazioni militari. Poroshenko ha chiesto che la tregua venga rispettata, ma ha anche detto che se i leader ribelli non fermeranno i loro attacchi a Debaltseve, l’Ucraina risponderà con la forza. E purtroppo, a poco più di 36 ore dall’inizio della tregua, ci sono già i primi segni di cedimento: già stamattina, secondo informazioni che giungo dall’Est dell’Ucraina, 5 soldati dell’esercito di Kiev sono stati uccisi dai separatisti filorussi dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco. La stessa fonte ha aggiunto che i feriti sarebbero 21. In particolare sarebbero stati presi di mira diversi palazzi a Popasna, distante circa 50 chilometri da Debaltseve, importante snodo ferroviario della zona.

 

 

Non c’è voluto molto perché l’esercito ucraina e i ribelli filorussi iniziassero ad accusarsi a vicenda di aver violato la tregua. Intorno all’ora di pranzo, i separatisti hanno dichiarato che non cominceranno a ritirare l’artiglieria pesante dall’Est dell’Ucraina finché non ci sarà «un cessate il fuoco completo». I ribelli accusano infatti l’esercito di Kiev di aver bombardato l’aeroporto di Donetsk. Il portavoce militare ucraino Vladyslav Seleznyov ha risposto alle accuse affermando: «Come possiamo ritirare le armi se i ribelli ci attaccano con blindati e ci sparano continuamente addosso?».

Lo scheletro della “bestia”. Proprio attorno all’aeroporto di Donetsk, il Sergey Prokofiev International Airport, è stato al centro di una durissima battaglia tra l’esercito di Kiev e i ribelli filorussi. Il controllo dello scalo, infatti, era diventato di fondamentale importanza per entrambi le fazioni. Oggi, però, dei Sergey Prokofiev non rimane praticamente più nulla, segno di come, in realtà, la guerra per il suo controllo non fosse diventato altro che un motivo simbolico: con le strutture così danneggiate è praticamente inutilizzabile.

A farci da occhi in quel luogo di distruzione e morte, è un giornalista della rete inglese Channel 4, Alex Thompson, che si trova proprio all’aeroporto di Donetsk: attraverso il proprio profilo Twitter ha diffuso una serie di immagini tese a dimostrare lo stato della situazione. Carcasse di auto, furgoncini e hangar, oltre che bombe e corpi ghiacciati di combattenti che hanno perso la vita in battaglia.

 

 

 

 

 

Eppur pareva pace… L’Ucraina Orientale ha però vissuto istanti di apparente pace nella notte tra sabato 14 e domenica 15 febbraio, quando cioè era scattata la tregua. Sensazioni che la popolazione locale aveva oramai da tempo dimenticato, come poter uscire di casa per fare la spesa al mercato (se così si possono definire le uniche 4 bancarelle presenti) dopo essere rimasti chiusi per settimane nelle cantine o nei bunker, oppure come poter correre nei giardini delle scuole rimaste chiuse a lungo. Ma immagini di un’apparente pace ritrovata arrivavano anche dai campi di battaglia, dove sia nell’insediamento dei soldati ucraini che in quello dei ribelli filorussi, pochi minuti dopo la tregua, sono spuntati dei palloni. I combattenti hanno deposto le armi e hanno iniziato a fare due passaggi, ridendo e divertendosi, entrambe emozioni che non provavano da tempo. Forza di un pallone, pagine che sono state scritte dalla forza della pace, purtroppo già relegata al passato a quanto pare.

 

 

 

 

 

 

 

 

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