«Senza Creberg, Bergamo fuori da un intero circuito teatrale»
A parlare è Walter Alborghetti, organizzatore di eventi da anni nel settore, oltre che ex direttore del teatro in via Pizzo della Presolana
«Senza il Creberg, Bergamo uscirà da un intero circuito teatrale». Ad affermarlo è Walter Alborghetti, organizzatore di eventi da anni nel settore oltre che ex direttore del Teatro in via Pizzo della Presolana, che in un'intervista a Corriere Bergamo ha parlato di come il futuro in tema spettacoli ed eventi pare non essere proprio roseo in città.
Il Teatro Creberg, che ricordiamo verrà demolito nel giugno di quest'anno per fare spazio a un nuovo Palazzetto dello Sport, può ospitare fino a 1.500 spettatori, in grado di garantire sostenibilità economica per diverse tipologie di spettacoli. Una volta abbattuto, a Bergamo resterà soltanto la futura arena di Chorus Life: «è chiaro che gli attuali spettacoli del Creberg difficilmente potranno riempire i 6.500 posti a sedere previsti nel nuovo impianto. Dunque non avrà senso portarli lì».
Bergamo non può reggere il confronto con Milano
D'altronde, la struttura in via Pizzo della Presolana ha portato a Bergamo diversi artisti e show, da Marco Paolini a Geppi Cucciari, il duo Venditti-De Gregori, fino a Marco Masini e - più recentemente - Dodi Battaglia dei Pooh, oltre ai musical di Grease e Pretty Woman. Una struttura più grande come l'arena di Chorus Life non dovrebbe, però, richiamare artisti e spettacoli di calibro più elevato?
«I grandi nomi costano tanto - ha replicato Alborghetti, dubbioso - e quindi richiedono un certo numero di posti per garantire una resa in termini economici». In poche parole, Bergamo non reggerebbe il confronto con la vicina Milano, che nel suo Forum di Assago da ben tredicimila spettatori e nella nuova arena di Santa Giulia (altri quindicimila posti) che verrà realizzata in occasione delle Olimpiadi Invernali, attrarrà a sé gli spettacoli più importanti.
«Così Bergamo rischia di restare fuori dal circuito teatrale per alcuni anni — ha sottolineato Alborghetti —. E questo sta succedendo perché, quando è partita l’iniziativa privata di Chorus Life l’amministrazione non ha consentito un vero dialogo tra i promotori del progetto e gli operatori del nostro settore. Noi stiamo già cominciando a organizzarci, programmiamo serate di artisti su altre piazze».