Fenomeno da gestire

Troppi casi di violenza contro gli operatori sanitari: arrivano le telecamere al 118

Tra Seriate, Alzano Lombardo, Lovere e Piario «almeno un caso al giorno», ma si segnalano solamente i più gravi

Troppi casi di violenza contro gli operatori sanitari: arrivano le telecamere al 118
Pubblicato:
Aggiornato:

In tre anni al Papa Giovanni di Bergamo si sono contati 135 casi, con un aumento progressivo della gravità. Tanto che nel 2021 sono andati persi, complessivamente, 204 giornate di lavoro. Parliamo della violenza a carico degli operatori sanitari, in particolare di infermieri in Pronto Soccorso: insulti, rabbia, minacce, ma anche schiaffi, spinte e danni al materiale. Tra Seriate, Alzano Lombardo, Lovere e Piario «almeno un caso al giorno» come ha sottolineato il direttore Filippo Manelli a Corriere Bergamo. Perché i casi segnalati, infatti, non corrispondono sempre a una stima veritiera: secondo l'Inail, i 1.600 riscontrati in tutta Italia non sarebbero altro che il solo trenta per cento del totale.

Ma per quale motivo si verificano certe tensioni? La miccia che fa esplodere la "bomba" di aggressività non sono i tempi di attesa, come si potrebbe invece pensare, bensì una «sproporzione tra un'alta richiesta di sanità e una risposta che non può sempre essere pronta, perché bisogna far fronte a un imprevisto, e con un'urgenza che spesso è solo soggettiva». In poche parole, chi si rivolge ai Pronto Soccorso o al personale del 118 reagisce male perché già nervoso o arrabbiato per altre dinamiche (per esempio il medico di base irreperibile) e pretende di ricevere il servizio subito.

La diffusione del fenomeno

Le aggressioni colpiscono nel 37 per cento dei casi gli ospedali, il 33 per cento le case di riposo e il restante 30 per cento nell'assistenza sociale non residenziale. Maggiormente colpite le donne, che rappresentano il 73 per cento degli aggrediti. I medici rappresentano il 3 per cento, il 33 per cento sono infermieri ed educatori di servizi con minori, tossicodipendenti, alcolisti, disabili, psichiatrici e anziani, il 20 per cento operatori socio-sanitari e 16 per cento operatori di assistenza.

Anche il 118 non fa eccezione. Proprio per questo motivo Areu ha deciso di creare il "Codice 90", il cui scopo è quello di avvisare la centrale in caso di pericolo, così anche possano intervenire anche le forze dell'ordine. In più, ci si sta preparando per l'installazione di telecamere sia sulle ambulanze che addosso agli operatori. In più, l'Ats ha da poco annunciato - in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza verso gli operatori sanitari - la creazione del progetto Pegaso-S che ha come obiettivo strutturare percorsi di conoscenza e gestione.

Nel frattempo, la stessa Ats ha stilato una lista di consigli rivolti agli operatori, per contenere quanto possibile il fenomeno: individuare subito i primi segnali di malessere, mantenere atteggiamenti calmi, fornire spiegazioni comprensibili e, soprattutto, tenersi sempre ad almeno un metro e mezzo di distanza.

Seguici sui nostri canali