Accoglienza a Bergamo, per i nuovi migranti non si trovano strutture disponibili
Tra qualche giorno quelli ospitati nel Seminario saranno trasferiti altrove. E intanto continuano gli arrivi (20 alla settimana)
di Luigi de Martino
Gli sbarchi sulle nostre coste non accennano a fermarsi e ogni settimana alla Bergamasca viene assegnato il dieci per cento dei migranti destinati alla Lombardia. Questa settimana ne sono previsti duecento, e quindi venti arriveranno a Bergamo.
Dove collocarli? Questo è il problema principale, perché dopo gli anni in cui la nostra città, grazie alla Chiesa, aveva spalancato le braccia e trovato le strutture, molte delle quali facevano riferimento proprio alla diocesi, ora la situazione è cambiata profondamente.
La Caritas ha deciso di non partecipare più direttamente ai bandi ministeriali per l’accoglienza e le cooperative rimaste sul fronte, Ruah e la Fenice, hanno disponibilità limitate.
In Bergamasca, insomma, è piena emergenza. Durante questa settimana sono arrivati sei nuovi profughi, altri dieci sono attesi oggi, venerdì, e il totale degli ospiti in fuga dalla loro terra è arrivato a 216 e la preoccupazione riguarda le prossime settimane.
A parte i 50 posti che le cooperative Ruah e La Fenice hanno messo a disposizione dall’estate scorsa e l’aiuto temporaneo della Diocesi, che fino alla fine di marzo ha aperto le porte del Seminario minore in Città Alta, non si trovano strutture disponibili.
I vecchi centri di accoglienza sono da sistemare e nessuno ha più intenzione di investire nella ristrutturazione di immobili che non siano di loro proprietà. Già per il prossimo fine settimana si dovranno trovare soluzioni per gli oltre cinquanta richiedenti asilo ospitati in Seminario.
La loro presenza in Città Alta ha fatto storcere il naso a qualche residente e a qualche turista, disturbati dal fatto che gli stranieri stazionano sulle panchine di Colle Aperto.
Unica novità in vista: si sta attivando una struttura a Gromo (...)