Rapine, spaccio, baby gang? Il questore di Bergamo Schimera: «È tutto tranquillo»
Faccia a faccia con il capo della Polizia che ridimensiona le nostre paure. «I bergamaschi seguono le regole e sono molto sensibili alla loro trasgressione»
di Wainer Preda
Stanislao Schimera è nato a Brindisi. Ha 63 anni e ne ha passati 40 in Polizia. Come dice lui, in battuta ma non troppo, «ho speso più tempo con i miei uomini che con mia moglie, che peraltro ringrazio».
Il questore di Bergamo - prima capo della Polizia a Taranto, poi a Matera, poi della Polfer in Calabria e ancora della Polizia di frontiera di Puglia, Abruzzo e Molise -, è un uomo concreto e pragmatico. Ha cominciato come agente, per poi risalire tutti i gradini dirigenziali. Eppure è quanto di più diverso dal grigio funzionario di Stato.
Entusiasta, vulcanico, travolgente, per movenze, fisicità e schiettezza ricorda molto Antonio Di Pietro. Ha preso le redini di via Noli imponendo una linea nuova. Quella del «poliziotto dal volto umano», amico e vicino ai cittadini. Con un obbiettivo: la prevenzione dei reati, prima di tutto.
Questore, un commento sui dati di furti e rapine diffusi in questi giorni?
«Dopo due anni di fermo, c’è una sostanziale ripresa di reati. Cresce l’economia e chi fa il criminale di professione ha ripreso a lavorare. Non mi stancherò mai di dirlo: i primi luoghi di sicurezza sono le vostre case. Se andate a fare una vacanza evitate di dirlo sui social, aggiungendo foto che possono essere viste da tutti. Le forze dell’Ordine possono intervenire, ma se la stalla è già aperta e i buoi sono scappati, c’è poco da fare».
I dati: 15 mila furti, 400 rapine in Bergamasca in un anno.
«Parliamo, prima di tutto di numeri globali. Per i furti si va dal furto del vaso di fiori alla casa svaligiata. Anche lo strappo del telefonino, reato molto di moda in stazione, è inquadrato come rapina. Ma è ovvio che desti un allarme sociale infinitamente minore rispetto all’uso di armi e strumenti di violenza di una rapina, mi passi il termine, vera. Dunque attenzione a leggere i dati».
Ma rispetto al periodo antecedente al Covid come siamo messi?
«Il trend dei furti in casa rispetto al 2019 è più basso. Se consideriamo poi i primi mesi di quest’anno siamo in linea. E lo stesso vale per le rapine».
Se dovesse dare un giudizio, come definirebbe la situazione di Bergamo?
«Estremamente calma. C’è una situazione di grande tranquillità. Non è il numero che deve spaventare, quanto la qualità dei reati».
Sì però a gennaio c’è stata la rapina a casa di Roby Facchinetti.
«L’unica. Una sola, in un trend che, nella città di Bergamo ne vede 4-5 l’anno».
Ma converrà che ha destato un certo allarme.
«Voi bergamaschi avete una grande dote: quella di essere una popolazione che segue le regole e dunque estremamente sensibile alla loro trasgressione. Per questo basta poco per alzare l’asticella dell’allarme quando accade qualcosa di anomalo (...)