Accoglienza

Arrivo dei migranti in Bergamasca, le suore hanno aperto braccia e monasteri

Continua l'afflusso di profughi in Bergamasca: 10-15 al giorno, ma per ora il sistema regge. A Castione polemica per la riapertura di Villa Jesus

Arrivo dei migranti in Bergamasca, le suore hanno aperto braccia e monasteri
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di Luigi de Martino

Castione ha alzato le barricate, Monte di Nese pure. Ma i migranti a Bergamo continuano ad arrivare - dieci-quindici ogni giorno - e trovare alloggi per ospitarli continua a essere un’impresa complicata.

C’è stata però qualche positiva apertura come quella di Taleggio, dove l’amministrazione comunale ha offerto un supporto importante alla cooperativa Versoprobo di Vercelli per accogliere nel suo territorio una cinquantina di donne. Una boccata d’ossigeno, perché sono proprio gli arrivi di donne, alcune delle quali coi loro bambini, a essere aumentati nelle ultime settimane.

L’altra realtà che generosamente ha aperto le braccia e i portoni dei monasteri sono le suore: Matris Domini in via Locatelli, Santa Grata in via Arena, le Domenicane di via Tassis, le Canossiane in via Sudorno, le Benedettine di via Sant’Alessandro, le Domenicane di Azzano, suor Pilar (che già ospita le vittime della tratta), tutte disponibili a offrire un tetto e una mano ai profughi venuti dal mare.

La preoccupazione è sempre tanta, perché i flussi non rallentano, ma don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana, sta facendo i salti mortali per trovare nuovi alloggi e le cooperative storiche come Ruah e la Fenice, così come il Patronato San Vincenzo di Bergamo e Sorisole, sono sempre in prima linea.

Insomma, la Chiesa di Bergamo, sia pure a fatica, ancora una volta non si è tirata indietro (...)

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