Inchiesta Covid, archiviate a Roma le posizioni di Speranza, Lorenzin e Grillo
Dopo il nulla di fatto deciso per l'ex ministro della Salute e Conte, un'altra decisione contraria alle indagini effettuate dalla Procura di Bergamo
Dopo la decisione del Tribunale dei Ministri di Brescia di archiviare le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza dalle pesanti accuse di epidemia e omicidio colposo, il Tribunale dei Ministri di Roma ha deciso di archiviare anche le posizioni di Roberto Speranza (di nuovo) e delle sue predecessore Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo, sempre nell'ambito dell'inchiesta Covid avviata dalla Procura di Bergamo.
Nello specifico, i tre ex ministri della Salute erano accusati di omessa istituzione o rinnovo del cosiddetto Comitato nazionale per la Pandemia che sarebbe stato previsto dal Piano nazionale pandemico del 2006 - che è stato appurato non essere mai stato aggiornato da allora, tra l'altro.
I giudici romani, nel loro provvedimento, spiegano che «non vi era alcun obbligo relativo all'istituzione del Sottocomitato per la pandemia, ma una semplice facoltà rimessa a valutazione discrezionale del Comitato scientifico permanente». Pertanto, «l'istituzione del Sottocomitato appare un'opzione possibile, non un adempimento obbligatorio del Comitato Scientifico permanente atteso che quest'ultimo, in assenza del Sottocomitato, accentra tutte le funzioni che gli sono attribuite». I tre ex ministri, nei rispettivi interrogatori, «hanno evidenziato di non aver mai ricevuto richieste o indicazioni in merito alla necessità della costituzione del Comitato per la pandemia».
Si spegne così un altro dei filoni della maxi indagine avviata dalla Procura di Bergamo sui fatti relativi alla tragedia che ha colpito in particolare la nostra provincia nel marzo 2020.