Il comitato

Raddoppio ferroviario, Curno non ci sta: «Diteci come eviterete il collasso della mobilità»

«Scartata da Regione ed Rfi l’ipotesi del tram-treno, si migliori almeno il progetto con più fermate e un piano, oggi inesistente»

Raddoppio ferroviario, Curno non ci sta: «Diteci come eviterete il collasso della mobilità»
Pubblicato:
Aggiornato:

di Monica Sorti

«Il nostro comitato #raddoppiosimanoncosí di Curno e Mozzo è favorevole al potenziamento e all’ammodernamento tecnologico ferroviario che interessa anche Curno, purché questo sia sostenibile e costituisca un’opportunità di riorganizzazione del sistema del trasporto locale e della mobilità urbana in una zona oggi altamente congestionata dal traffico». Questo è quanto ha dichiarato Renato Bondesan, del gruppo di coordinamento del comitato, dopo che in questi giorni la stampa locale è tornata a occuparsi di trasporto pubblico.

«Siamo convinti che una risposta “sostenibile” alle note criticità di traffico sulle nostre strade, Briantea e asse interurbano in primis, non stia in questo costoso e impattante potenziamento ferroviario, che ha come prioritario obbiettivo quello di ridurre le velocità di spostamento tra Orio-Bergamo e Milano, ma che si ferma a Curno, dividendo tra l’altro in due il paese, senza nuove opportunità per il trasporto pubblico locale e con aggravio del traffico sulle nostre strade, che ci confermerà così tra le aree più inquinate d’Europa», aggiunge Luisa Gamba.

Il comitato, alla luce delle numerose esperienze in contesti europei, ritiene che la soluzione ideale per la mobilità sostenibile sul territorio sarebbe quella del tram-treno su modello tedesco o svizzero, che nel tratto urbano fino a Ponte San Pietro sfrutti le rotaie e il sistema dei treni attuali, ma che fuori città si comporti esattamente come un treno, per mantenere un servizio veloce ed efficiente.

«Purtroppo le modalità europee per un trasporto locale efficace, con interscambio e intermodalità, sembrano destinate a non diventare realtà sul tratto Bergamo - Ponte San Pietro», spiega Roberto Colombo. «Non siamo mai riusciti a comprenderne le ragioni, considerato che nella nostra stessa provincia di Bergamo, partendo dalla città, si è riusciti a realizzare modalità efficienti ed efficaci di mobilità pubblica quali le Teb. Ma tra Bergamo e Ponte, stranamente, pare che non si possa fare».

Il parziale e costosissimo raddoppio della linea ferroviaria tra Bergamo e Ponte San Pietro avrà non poche ripercussioni negative sulla mobilità del Comune di Curno, dei quartieri di Longuelo, Villaggio degli Sposi, San Tommaso, solo per citarne alcuni, e delle zone limitrofe dell’hinterland ovest di Bergamo. «Sono infatti previste alte barriere antirumore, impattanti opere di sottopasso, la chiusura di strade comunali essenziali al paese di Curno, ma anche all’hinterland ovest, con deviazione dei flussi di traffico e connessi problemi di mobilità senza valide alternative e, tra l’altro, senza miglioramento al termine dei lavori del raddoppio dal punto di vista dell’incremento del servizio di trasporto ferroviario», dichiara Fabio Conti (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 16 novembre, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali