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Finto broker ruba 80mila euro a un anziano. E occhio alla truffa del cellulare rotto

Secondo la Polizia postale il falso funzionario lo aveva illuso, facendogli credere che avrebbe lasciato più denaro ai propri figli. I consigli per evitare imbrogli

Finto broker ruba 80mila euro a un anziano. E occhio alla truffa del cellulare rotto
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Contattato da un finto broker, gli ha consegnato i risparmi di una vita pensando di potersi fidare, invece ha perso tutto. A rendere nota la vicenda di un ottantenne, riportata oggi (sabato 18 novembre) da L'Eco di Bergamo, è stato il sostituto commissario Michele Attolico della Polizia postale di Bergamo, durante un incontro dedicato agli anziani, la scorsa giornata, della Federazione autonoma bancari italiani, all'auditorium San Sisto di Colognola.

Il falso broker

L'episodio è avvenuto all'incirca un mese fa, quando il pensionato si è recato dalle forze dell'ordine, raccontando la sua storia: lo avevano convinto a investire ben ottantamila euro, tenuti da parte in anni di lavoro e costituiti anche dalla sua pensione, con l'idea di farli fruttare e lasciare qualcosa in più ai propri figli.

L'uomo, che temeva di avere discussioni con loro, non aveva reso noto quanto accaduto, fino alla decisione di rivolgersi alle autorità. Infatti, capita spesso che i raggirati provino vergogna per essere stati imbrogliati e, quindi, impieghino tempo prima di denunciare.

La truffa del cellulare rotto

Tra le truffe più diffuse nell'ultimo periodo, anche quella del cellulare rotto: i malviventi si fingono un famigliare della vittima e sostengono di avere un problema col telefono, chiedendo di fare una ricarica a una prepagata oppure un bonifico con una serie di scuse.

I dettagli che permettono di riconoscere una potenziale trappola sono abbastanza comuni: le persone dall'altra parte si spiegano in maniera vaga ed evitano di dare troppe informazioni, cercando al tempo stesso di mettere fretta agli anziani, per convincerli a pagare subito, facendoli prendere dal panico.

Tuttavia, in vari casi commettono errori di ortografia, oppure chiedono di cliccare, in caso di messaggi mail o su cellulare, su un determinato link (un'azione che non si deve mai fare), oppure di fornire dei dati sensibili o uscire da una piattaforma certificata di pagamento.

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