Una storia in musica

Damiano Dentella, dal Minicoro di Monterosso ai 40 mila ascolti in 40 Paesi del mondo

È appena uscita la sua nuova canzone, "Veleno", che segue i successi di "Maldad" e "Luci Spente". «Parla di crescita e rinascita»

Damiano Dentella, dal Minicoro di Monterosso ai 40 mila ascolti in 40 Paesi del mondo
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di Andrea Carullo

È uscito mercoledì 13 dicembre il suo nuovo singolo intitolato Veleno. Perché di talenti bergamaschi nel panorama musicale italiano non ci sono soltanto i Pinguini Tattici Nucleari, ma anche tanti altri artisti che hanno dedicato la loro intera vita alla musica. Uno di questi è Damiano Dentella, 23 anni, nato e cresciuto a Bergamo, più nello specifico a Borgo Palazzo.

Atalantino doc, attore teatrale nel tempo libero, ama la montagna ma è la musica la sua vera ragione di vita. «Al momento studio informatica alla Statale di Milano, ma vorrei rendere la musica il mio lavoro - dichiara -. Infatti dico sempre che sono un cantante e che studio soltanto nel tempo libero». Damiano fa parte del roaster dell’Italian Music Academy di Fabrizio Frigeni (Veleno è il primo brano fatto con loro), è diplomato al grade 8 in canto rock and pop al Trinity College di Londra e, con quest’anno, ha partecipato a due edizioni di CasaSanremo e a sette di AreaSanremo. L’anno scorso è stato anche l’unico bergamasco tra i 45 finalisti.

La sua avventura nella musica comincia per gioco, quando il padre lo iscrive a 8 anni allo Zecchino d’Oro. È lì che sboccia il suo amore per il canto ed è lì che entra in gioco una figura chiave nella sua istruzione: Giovanni Guerini, il baritono bergamasco di fama internazionale scomparso lo scorso gennaio, suo più grande maestro.

«Avevo un problema alle corde vocali, era come se avessi sopra dei calli. Mi dissero che non avrei mai potuto cantare - racconta Dentella -. Giovanni, invece, ha creduto in me, se n’è fregato di quello che dicevano e ha deciso di insegnarmi a cantare comunque. Ha risolto il mio problema delineando il mio canto su un’impostazione più lirica, molto tecnica e meno pop. Gli sono davvero grato, se oggi canto è grazie soprattutto a lui». Crescendo, Damiano ha continuato a studiare e si è unito al coro di Monterosso, dove fa le prime esperienze e impara a «divertirsi cantando».

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Negli anni ha partecipato numerosi concorsi e verso i 16 anni ha fondato, insieme all’amico Damiano Carrara, il duo dall’iconico nome Duodamiano, grazie a cui inizia a portare la sua musica in giro per i locali della Bergamasca e a costruirsi un seguito.

Ora, Damiano ha cominciato a scrivere e pubblicare delle sue canzoni originali, tra cui Maldad e Luci Spente (che hanno superato i 40 mila ascolti e sono state riprodotte in 40 Paesi), e adesso Veleno, in collaborazione con autori come Michele Clivati e Arianna Cammarota. «È il primo testo che racconta una mia esperienza personale - continua Damiano -. Veleno parla di crescita e rinascita, di come dal nulla si possa costruire qualcosa. Attraverso il testo e la musica cerco di creare un collegamento tra i sentimenti di sopraffazione, reazione e cambiamento. Parlo dei sentimenti che ho provato durante l’adolescenza, come appunto il sentirsi sopraffatti e soli e il cercare di uscire dal proprio guscio».

Quando gli si chiede dove vorrebbe arrivare in futuro, gli spunta un sorriso e gli occhi, come nel testo della canzone, brillano. «Vorrei soltanto poter vivere della mia musica raccontando le mie storie. Se potessi farlo, magari aiutando qualcuno che si ritrova nei miei testi, allora potrei dirmi felice».

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