Il 26 gennaio

Ad Ardesio un incontro sul lupo in Valle: la gestione della specie e i problemi degli allevatori

Per gli organizzatori, l'animale deve essere contenuto nei numeri, anche tramite gli abbattimenti, prima che sia tardi

Ad Ardesio un incontro sul lupo in Valle: la gestione della specie e i problemi degli allevatori
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Manca ormai poco all'annunciato incontro “Il lupo: una risorsa per le nostre valli?”, che si svolgerà ad Ardesio venerdì (26 gennaio), alle 20.30, nella sala consiliare in Piazza Monte Grappa 3.

L'ingresso è libero ed i relatori saranno il sindaco Yvan Caccia, il consigliere regionale Michele Schiavi, Gian Carlo Bosio del Comitato tutela persone e animali dai lupi, Michele Corti dell’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita rurali e Giacomo Zamperini, presidente della Commissione montagna del Consiglio regionale. Come moderatrice, invece, ci sarà Anna Carrissoni.

La gestione della specie

«Il problema lupo ha raggiunto livelli inimmaginabili ai più, ma ben conosciuti invece da chi vive concretamente il territorio - ha dichiarato l’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita rurali -. Il numero di lupi in Italia è ormai esorbitante, basti considerare che i 3.300 esemplari stimati ormai tre anni fa dal monitoraggio dell'Ispra significano che la sola Italia ha più lupi – sommandoli – di Svizzera, Portogallo, Francia, Germania, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Slovenia, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia».

Il lupo è una specie particolarmente protetta ma la Direttiva Habitat, recepita fin dal 1997 dallo stato italiano, prevede su richiesta della regione il legale abbattimento non solo degli esemplari problematici, confidenti o pericolosi (vale pure per gli orsi, ndr), ma anche di quelli che causano eccessivi danni al bestiame, se questo è protetto da cani e reti ma le predazioni si verificano lo stesso. L'abbattimento è previsto anche dalla legge sulla tutela della pubblica incolumità, come avviene per esempio in Svizzera, in cui è permesso persino prima che compiano razzie. «Il lupo in pratica deve esistere, ma gestito anche numericamente».

I problemi di allevatori e cittadini

In diverse occasioni, come precisato dall'associazione, gli allevatori non riescono a proteggere il bestiame, neppure usando reti elettrificate e numerosi cani da pastore. Nel nostro Paese sarebbero anche molti i casi in cui i lupi entrano nei centri abitati e addirittura dentro i cortili delle abitazioni, per predare cani e gatti.

«Ormai persino i cani tenuti al guinzaglio dentro i centri abitati vengono strappati via e predati di giorno, come verificatosi non molto tempo fa a Palombaro, in Abruzzo - hanno raccontato -. Dal 2017 al 2024, in Italia si sono già verificati 18 attacchi a persone, con 14 feriti medicati negli ospedali: una a Otranto, e a Vasto addirittura 13 nell'arco di soli dodici mesi, di cui tre bambini dai 4 agli 11 anni. Tutti gli esemplari sono stati infine catturati e, dagli esami del Dna effettuati dall'Ispra, sono risultati lupi geneticamente puri».

Secondo gli organizzatori, si tratta di una questione che va affrontata in tempo: «Nonostante i tentativi di animalisti ed ambientalisti di proteggere quello che, per loro, è un animale totemico che non corrisponde alla realtà storica e scientifica, il problema dell'eccessivo numero e confidenza di molti esemplari dev'essere risolto prontamente, con una gestione mirata della specie, abbattimenti inclusi».