Nella Valle del Riso

Attacco dei lupi a Oneta, sbranate due capre e feriti altri animali di un'azienda agricola

L'aggressione nella frazione di Chignolo, scavalcate reti di sicurezza. Il Comitato tutela dal lupo critica Regione e Polizia provinciale

Attacco dei lupi a Oneta, sbranate due capre e feriti altri animali di un'azienda agricola
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Attacco di lupi a Chignolo, frazione di Oneta nella Valle del Riso: il raid è avvenuto la scorsa domenica 10 dicembre, quando in pieno giorno è stato aggredito un gruppo di animali da allevamento, a cui è seguito un altro episodio la notte scorsa.

Gli attacchi tra domenica e martedì

Custoditi a poche centinaia di metri da un'azienda agricola che alleva pecore, capre e una trentina di mucche da latte, diversi capi sono stati azzannati e alcuni divorati, con i resti rimasti sul posto a testimoniare quanto avvenuto. A tutelarli dovevano essere le reti "alte", dichiarate "anti-lupo" dai servizi regionali, ma pare che i predatori le abbiano scavalcate con facilità. Le istituzioni le ritengono una valida difesa, ma l'inefficacia di questi strumenti è ribadita da tempo dagli allevatori, perché si possono saltare con scioltezza.

Come se non bastasse, i lupi sono tornati nella notte tra ieri e oggi (martedì 12 dicembre) a concludere la loro azione, con il risultato che due capre sono state uccise e quasi del tutto spolpate, mentre hanno riportato ferite una pecora, un becco e due capre: non è ancora chiaro se ci siano possibilità di recupero per loro. Si tratta di un danno considerevole, per un gregge composto da venti capre e due pecore.

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Le critiche del Comitato tutela dal lupo

«L’episodio rappresenta l’ennesima conferma dell’espansione del lupo in Val Seriana - ha dichiarato il Comitato per la tutela delle persone e degli animali dal lupo -. Oltre ai casi dell’Alta Valle, se ne aggiungono altri che indicano una rapida discesa dei predatori verso la media valle. Veronica Borlini, la giovane allevatrice vittima della predazione, riferisce che anche lo zio ha già subito dei danni a Gorno sul monte Grem».

Il Comitato ha voluto anche «stigmatizzare la persistente tendenza a minimizzare il problema della presenza del lupo da parte delle istituzioni, in primis della Polizia provinciale, che a lungo ha negato fossero arrivati». Per discutere della situazione e delle iniziative da intraprendere si terrà, alla presenza di alcuni esponenti di Regione, un convegno ad Ardesio il 26 gennaio prossimo.

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Commenti
Andrea

Dopo quasi 200.000 anni di "evoluzione" un branco di lupi è ancora più intelligente di alcuni allevatori e delle nostre Istituzioni. Quante notizie ridicole che si leggono quando basterebbe creare un ambiente meno invitante e lasciandogli gli animali selvatici che quotidianamente uccidiamo incentivando "l'antica arte" della caccia. Quanto imbarazzo per gli umani

Eleonora

Basterebbe avere i cani predisposti alla difesa del gregge. E' scientificamente provato, basti vedere in Abruzzo dove gli stessi pastori lo affermano, che la presenza di cani allontana i lupi o altri aninmali selvatici.

Ruggero

Se i cacciatori uccidono cervi caprioli e cinghiali che sono prede naturali i lupi predano capre e pecore

Francesco Giuseppe

L'uomo si è sempre dovuto difendere dagli attacchi dei predatori che uccidono per mangiare, gli animali allevati. L'assurdità è che oggi non possa difendersi, come ha sempre fatto nella storia, con armi, trappole e quant'altro. La convivenza deve essere basata sull'autodifesa dagli attacchi degli animali predatori, inopinatamente lasciati agire indisturbati. Da lupi, orsi e cinghiali ci si deve difendere, anche cacciandoli e sparandogli. Non è possibile che questi siano più importanti degli esseri umani e del loro lavoro. in nome di un animalismo peloso e ridicolo.

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