Palla al centro

Elezioni a Bergamo: né Azione né Italia Viva, i centristi pensano a una civica

Dopo il 24 febbraio la sezione cittadina del partito di Calenda si pronuncerà sul posizionamento alle Comunali. A Roma si litiga, qui si lavora insieme

Elezioni a Bergamo: né Azione né Italia Viva, i centristi pensano a una civica
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di Wainer Preda

La data segnata in rosso è quella del 24 febbraio. Solo allora, dopo il congresso cittadino, Azione si pronuncerà sul suo posizionamento alle prossime elezioni comunali di Bergamo. «In quella sede - spiega il coordinatore provinciale Adriano Musitelli - scioglieremo la riserva. L’evento oltretutto arriverà dopo l’incontro nazionale fra noi, Italia Viva, +Europa e Liberaldemocratici, in cui si capirà il futuro dell’area centrista alle elezioni europee».

Diatribe e dilemmi

In questo momento Azione è alle prese con una diatriba, a dire il vero più personalistica che politica, con Italia Viva. Con il rischio che i veti incrociati portino alla sfaldamento dell’area centrista. Le avvisaglie non sono delle migliori. La scorsa settimana, Carlo Calenda in una riunione ha imposto agli azionisti di andare da soli ad europee e comunali, facendo infuriare i quadri locali che da oltre un anno stanno lavorando sull’alleanza con i renziani, anche in Bergamasca. «Non andare con i simboli in accoppiata è un problema - spiega Musitelli -. Europee e comunali con simboli diversi possono disorientare gli elettori».

Il segretario provinciale tiene la barra dritta e al centro. Le vie d’uscita per evitare una rottura - che è più nazionale che locale - però sono poche. Secondo quanto emerso, allo studio ci sarebbe l’ipotesi di presentare in città una lista civica, priva dei simboli di partito, con un proprio candidato sindaco.

Avrebbe minor appeal. Ma è anche vero che talvolta i voti locali sono più legati alla conoscenza diretta e alla credibilità personale che alle bandiere. La civica, inoltre, consentirebbe ai centristi locali maggior libertà di movimento. Scelte più oggettive e ponderate di quelle, aprioristiche, di centrosinistra paventate da Roma.

«Le voci circolate sui media - spiega il segretario provinciale di Italia Viva Gianmarco Gabrieli - indicano una possibile decisione dei vertici nazionali di Azione di non unire il proprio simbolo a quello di Italia Viva ma nelle prossime settimane si terrà un evento dei partiti che aderiscono a Renew Europe in vista delle elezioni europee».

Gianmarco Gabrieli, segretario provinciale di Italia Viva

«Se questa unione per le Europee non andasse a buon fine e fosse confermato il veto dei vertici nazionali di Azione - continua - potremmo esplorare alternative per mantenere la stretta collaborazione consolidata sul territorio nel corso dei mesi, come ad esempio l’opzione di rinunciare ai simboli di partito pur continuando a lavorare insieme all’interno di una lista comune. Recentemente, altre forze politiche si sono avvicinate a noi con l’intenzione di unirsi a questo progetto, il che denota un forte interesse nel rappresentare l’area di centro: questo sarebbe un ulteriore motivo che ci porterebbe a valutare l’adozione di una diversa identità condivisa» conferma Gabrieli.

Quanto vale l’area di centro

Certo è che una polverizzazione dell’area centrista - tutt’altro che improbabile a questo punto (...)

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Commenti
Marcello

Forse ormai la gente ha capito che, soprattutto in sede locale, non ha senso una "terza via". In pratica si vita una lista che poi deciderà di usare il tuo voto per cederlo o a destra o a sinistra, in cambio di qualche contropartita (totalmente ininfluente per l'elettore). Allora tanto vale votare già al primo turno a destra o a sinistra. Almeno sei tu a scegliere e non dai deleghe al buio

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