La mano del Gasp, le scelte di formazione e l'importanza del lavoro quotidiano
Il mister, a Lisbona, ha cambiato sei uomini rispetto alla sfida con il Bologna, mandando nella mischia anche tre giocatori che, oggi, non sono titolarissimi
di Fabio Gennari
C'è un confine netto tra quello che vediamo nelle partite e quello che succede al Centro Bortolotti di Zingonia ogni giorno. Le sedute di allenamento a porte chiuse sono un "problema" per chi vuole capire un po' il lavoro che viene fatto, ma la vita del gruppo, le dinamiche, gli sguardi e i rapporti sono qualcosa che è quasi impossibile, per chi non vive lo spogliatoio, capire. Interpretare.
È giusto così, ovviamente. Ma è prima di tutto fondamentale capire che è in quel lavoro invisibile che si costruiscono i successi di una squadra, oltre che attraverso la fatica e gli allenamenti.
L'Atalanta a Lisbona ha schierato sei giocatori diversi su undici rispetto alla gara con il Bologna. Di questi, almeno tre non si possono considerare a oggi dei titolari a tutti gli effetti. Per rendimento, per scelte del tecnico, per prestazioni. Musso, Hien e Scamacca sono elementi importanti della rosa, ma i titolari sono Carnesecchi, Scalvini e De Ketelaere. Per il momento, almeno. Domani o la prossima settimana tutto potrebbe cambiare.
Se uno come Gasperini, che normalmente fa solo scelte di campo e pensa al rendimento prima di tutto, getta nella mischia uomini come quelli che ha scelto a Lisbona, significa che ha un controllo della situazione e una percezione del gruppo talmente profonda che tutto torna. È il suo lavoro, certo, ma non è mica scontato che tutto venga sempre così bene e con buoni risultati. Ciò che tuttavia bisogna evidenziare è che anche le scelte più complicate da capire (per chi sta fuori) hanno una logica ben precisa.
2 punti in 4 partite wow