Femminicidio di Cologno, già 11 anni fa l'uomo aveva minacciato la compagna con un coltello
Dopo un Tso nel 2013, dall'anno successivo il nigeriano è stato in cura in vari centri psico-sociali della zona
Dietro la tragedia avvenuta lo scorso pomeriggio (giovedì 28 marzo) a Cologno, nell'appartamento al secondo e ultimo piano di una corte in via Donizetti 19, dove una donna è stata accoltellata a morte dal compagno, ci sarebbe una storia di forte disagio psichico, che durava ormai da anni.
L'arresto e l'interrogatorio dell'uomo
Ancora da chiarire le dinamiche esatte dell'accaduto, fatto sta che i carabinieri del Nucleo radiomobile di Treviglio, dopo la richiesta d'intervento ad opera dei vicini, che segnalavano una violenta lite, sono intervenuti sul posto. Una volta arrivati davanti alla porta dell'abitazione, gli ha aperto Aimiose Osarumwense, nigeriano classe 1979, che secondo i gravi indizi raccolti a suo carico avrebbe ferito con diverse coltellate al torace, usando un coltello da cucina, la propria convivente.
Nel soggiorno, il corpo senza vita di Joy Omobagbon, sua connazionale, classe 1975, per la quale ormai non c'era più nulla da fare. Data la situazione, il pm incaricato Laura Cocucci ha disposto il fermo dell'uomo in quanto indiziato del delitto. L'arrestato, dopo un interrogatorio confuso con il magistrato, assistito dall'avvocato Francesco Pierotti, è stato portato in serata in carcere a Bergamo, in attesa di quello di convalida da parte del gip.
Il cadavere della vittima, invece, è stato trasferito alla camera mortuaria dell'ospedale di Bergamo, dove verrà in seguito effettuata l'autopsia. Dal luogo del delitto sono stati prelevati l'arma, così come vestiti e oggetti sporchi di sangue. Alle 18.30, dopo i rilievi dei militari con la Scientifica, l'appartamento è stato posto sotto sequestro.
La malattia mentale
Secondo le informazioni a disposizione, già nel 2013 l'indagato si era reso responsabile di lesioni aggravate nei confronti della donna, minacciandola anche in quell'occasione con una lama. Nelle successive indagini era venuto fuori che il 45enne era affetto da problemi psichici, che avevano portato a un trattamento sanitario obbligatorio. Dal 2014, inoltre, risultava in cura in diversi centri pisco-sociali della zona, ma i due non erano conosciuti dai Servizi sociali del Comune.
La coppia, che viveva in Italia da anni, riservata e senza figli, aveva vissuto il periodo successivo senza mettersi troppo in evidenza. Lui ha lavorato come operaio e anche imbianchino, mentre lei faceva la badante, sebbene non in modo continuativo. Pare faticassero a pagare l'affitto, tant'è che il padrone di casa, siccome erano in ritardo, lo scorso martedì aveva chiamato la polizia locale, che si era recata nella corte.
I problemi economici erano dovuti alla perdita del lavoro di Osarumwense, a dicembre 2023. Da quel momento, aveva iniziato ad accusare nuovamente comportamenti strani, che avevano causato delle discussioni con la donna, la quale in due occasioni aveva di nuovo chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Dopo, però, non aveva formalizzato alcuna querela nei suoi confronti e la situazione non era tale da configurare l'applicazione del "codice rosso".
Lo scorso 26 marzo, l'uomo era stato invitato in un centro pisco-sociale della zona, dove era andato accompagnato dalla convivente, proprio per affrontare la malattia psichiatrica che aveva ricominciato a manifestarsi, in maniera evidente, nell'ultimo periodo. Questo prima del drammatico epilogo, che ha sconvolto questa zona del paese della Bassa, abitata per la maggior parte da stranieri.