La questione

Termovalorizzatore della Montello, per Regione è un problema della Provincia di Bergamo

Il Pirellone risponde che la Valutazione di impatto ambientale è responsabilità di via Tasso. La protesta del Pd: «Territori abbandonati»

Termovalorizzatore della Montello, per Regione è un problema della Provincia di Bergamo
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L'inceneritore della Montello è una questione che riguarda la Provincia. Il riassunto della risposta di Regione, nello specifico dell'assessore all'Ambiente, Giorgio Maione, all'interrogazione presentata da Davide Casati e Jacopo Scandella, tira fuori il Pirellone da qualsiasi logica decisionale, suscitando però la reazione del Pd bergamasco.

L'interrogazione del Pd

Nel documento, i due consiglieri regionali dem chiedevano se la Lombardia fosse a conoscenza della richiesta dell'autorizzazione, da parte della Montello Spa, a via Tasso per l'installazione dell'impianto, nonostante la vicinanza con aree naturalistiche e la non inclusione nel Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), che comunque ritiene non ci sia necessità di nuova impiantistica di incenerimento dedicata. Inoltre, si chiedeva se fosse intenzionata a intervenire per tutelare la salute dei cittadini e il patrimonio paesaggistico, in un territorio già compromesso da altri impianti di incenerimento e poli industriali.

La risposta di Regione

Nella risposta da parte dell'assessore, arrivata lo scorso 3 aprile, particolarmente lunga e articolata, si è spiegato che «con riferimento al procedimento autorizzativo, Regione non risulta legittimata a intervenire. Come noto, le competenze autorizzative in materia di Valutazione impatto ambientale e Autorizzazione integrata ambientale sono della Provincia. Quindi si evidenzia che Regione non risulta tra gli enti tenuti ad esprimersi sulla realizzazione del progetto».

Arrivando all'inclusione nel Piano regionale di gestione dei rifiuti, Maione ha risposto che «nell’ambito del procedimento, la Provincia ha chiesto a Regione se il caso rientrasse tra quelli di esclusione dai criteri localizzativi previsti dal Prgr vigente. Dalle informazioni a disposizione, al progetto non risulterebbero applicabili i criteri localizzati; resta ferma, in ogni caso, la competenza istruttoria della Provincia».

All'altra domanda dell'opposizione, ovvero se il Pirellone fosse intenzionato a considerare, tra i criteri escludenti per nuovi inceneritori, non solo il valore delle emissioni del singolo impianto, ma quello complessivo nella zona interessata, ha risposto che «la valutazione dell’inserimento non è prevista. A tal riguardo si sottolinea che le valutazioni delle emissioni e degli impatti cumulativi viene già effettuata nell’ambito delle procedure di Valutazione di impatto ambientale».

Il commento dei dem bergamaschi

«Ancora una volta la Giunta regionale si nasconde - ha commentato Gabriele Giudici, segretario del Pd provinciale -. L'appello dei sindaci per quanto riguarda il termovalorizzatore di Montello è inequivocabile e merita risposte concrete. La risposta di Regione Lombardia all'interrogazione presentata dai consiglieri regionali Casati e Scandella è una chiara dichiarazione di abbandono del territorio e delle sue richieste».

Servirebbe allora, secondo Giudici, maggiore collaborazione tra i vari enti nel gestire tali situazioni: «Questo modus operandi di Regione Lombardia continua a danneggiare i paesi della nostra provincia, serve una regia trasversale che possa valorizzare il benessere dei cittadini lombardi, non l'abbandono dei territori».

A unirsi alla critica sono gli stessi firmatari dell'interrogazione, Casati e Scandella: «Il copione non è certo nuovo: Regione Lombardia anche sul tema dei nuovi termovalorizzatori se ne lava le mani, limitandosi a rimandare alle decisioni della Provincia. La risposta certifica ancora una volta la non volontà della Regione di incidere su scelte cruciali per il futuro del territorio lombardo, sia in termini di sostenibilità che di salute che di tutela paesaggistica».

I due esponenti del pd in Consiglio regionale hanno inoltre sottolineato che l’impianto non ha ricadute di interesse pubblico, nè la sua progettazione ha visto attivarsi un dialogo pubblico-privato su scala locale o provinciale.

«Il fatto che per una modifica alla legge regionale, avvenuta nella scorsa legislatura, questa specifica categoria di impianti di termovalorizzatori sia esclusa da ogni verifica e controllo regionale - hanno concluso - non è una giustificazione ma la dimostrazione che c’è una volontà di non assumersi la responsabilità su questo genere di investimento, dal momento che solo uno sguardo sovra-provinciale può disegnare uno sviluppo sostenibile per la nostra regione».

Commenti
Nadia

Manca solo il termovalorizzatoe e la tabella dei veleni è completa. Povera Provincia, poveri noi che in nome del profitto, non abbiamo voce in capitolo. Del resto, i soliti manifestanti, sono i soliti appunto!!! Il resto DORME

Francesco Giuseppe

Ha ragione la Regione. Il problema è che siccome la provincia di Bergamo è governata dal PD da 15 anni e non vogliono scontentare il loro sindaci ed i loro elettori della zona, non vogliono decidere per il termovalorizzatore, come sarebbe giusto. Quindi buttano la palla in tribuna, accusando la Regione che è di un altro colore politico.

Andrea

il Pd governa la provincia di Bergamo, se ha interesse a bloccare il termovalorizzatore può legittimante farlo, perché tirare in ballo la Regione? forse perché il Pd non ha nessun interesse a bloccarlo, mah

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