Gloriosa storia dell'uovo di Pasqua
La festa di Pasqua è comunemente associata a un prodotto ben preciso e definito: l’uovo. Che prima di essere di cioccolato o adorno di disegni e decorazioni, è comunque da lungo tempo simbolo a cui sono legate diverse tradizioni.
Una tradizione antichissima. Già gli antichi pagani credevano che la forma dell’uovo simboleggiasse una chiara unione tra il cielo e la terra, mentre gli Egizi lo ritenevano il fulcro dei quattro elementi che componevano il mondo (acqua, fuoco, terra ed aria) e, per questo, simbolo di fertilità. In Egitto inoltre era considerato portatore di poteri magici ed utilizzato in maniera rituale e scaramantica: veniva seppellito sotto le case in costruzione per tenerne lontani i mali, sulle rive del Nilo per garantirne fertilità, e portato dalle donne in grembo durante la gravidanza, per conoscere anticipatamente il sesso del nascituro.
L’usanza di scambiarsi le uova è legata all’inizio del periodo primaverile di fertilità dei campi e veniva utilizzata già dai Cinesi, dai Persiani e dai Greci; gli Egizi invece lo scambiavano all’inizio del nuovo anno che, secondo il loro calcolo, coincideva con l’equinozio di primavera. L’uovo era visto come segno di fertilità in quanto non era possibile spiegare la nascita di un essere vivente, il pulcino, da un elemento inanimato. I Romani, dal canto loro, festeggiavano Cerere, dea della fecondità, offrendole delle uova come doni propiziatori del ciclo delle rinascite al grido di «Omne vivum ex ovo» (Tutto ciò che è vivo viene dall’uovo), mentre gli Ebrei consideravano l’uovo un vero e proprio regalo di compleanno. Il Cristianesimo fece proprio il fatto che tra l’uovo generasse la vita, rileggendolo in chiave cristologica (simbolo di rinascita e quindi legato alla Resurrezione di Gesù).
[Le uova di Fabergé]
"L'Incoronazione", particolare, 1897
L’usanza di scambiarsi le uova. I Cristiani furono anche i primi a colorare le uova e a regalarle in periodo pasquale. Le decorazioni fatte alle uova erano inizialmente rosse, in ricordo del sacrificio di Cristo, o adornate da una croce. Per quello che concerne lo scambio delle uova, fu una tradizione che prese corpo nel Medioevo (nei libri contabili del tempo, 1272-1307, si ha notizia di una richieste di re Edoardo I d’Inghilterra Plantageneto di una spesa per 450 uova d’oro da regalare per Pasqua). Durante il periodo di Quaresima, infatti, i credenti cristiani erano tenuti a rispettare il digiuno ecclesiastico, che oggi prevede di non mangiare la carne al venerdì, ma che in passato vietava di mangiare anche le uova. Quest’ultime, prodotte in gran numero dalle galline, venivano conservate, fatte bollire e, dopo essere state benedette in Chiesa, regalate ad amici e parenti. In Francia Luigi XIV, il re Sole, riadattò l’usanza decidendo di regalare uova decorate a tutta la servitù di corte nel giorno di Pasqua.
La sorpresa all’interno. Il motivo per cui invece si diffuse la tradizione dell’uovo con al suo interno un dono si deve ad un orafo francese Peter Carl Fabergé. Nel 1883, lo zar di Russia Alessandro III commissionò al transalpino un regalo per la zarina Maria, sua moglie. Per l’occasione, l’orafo creò il primo uovo-gioiello, di platino, smaltato di bianco, contenente un ulteriore uovo in oro, con al suo interno due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. Dal 1885 al 1917, Fabergé ne inventò 52 tipi differenti, tutti ricoperti di oro e gemme preziose; le opere d’arte erano donate ai membri della famiglia reale russa, ed ognuna all’interno presentava una sorpresa diversa.
L’uovo di cioccolato. Nel 1828 il chimico e cioccolataio olandese Coenraad Johannes van Houten, tramite una particolare pressa idraulica, riuscì a separare il burro dal cacao e, con l’utilizzo di alcuni sali alcaici, a rendere il sapore del cacao più dolce. Grazie all’invenzione dell’olandese, i maestri pasticceri di tutta Europa poterono lavorare meglio il cioccolato, ammorbidendolo e modellandolo a seconda delle forme che preferivano. Prima infatti in Germania e Francia erano prodotte solamente uova di cioccolato “piene”. Con il nuovo processo, il cioccolato era versato in due appositi stampi, e, una volta solidificatosi, le due parti vuote erano unite a caldo. I dirigenti della pasticceria inglese Cadbury applicarono il principio di van Houten all’uovo di Fabergè, realizzando il primo uovo di cioccolato (nel 1897 ne venne commissionato uno alto 9 metri e largo 18 con all’interno le bomboniere di un matrimonio). La Cadbury nel 1905 ottenne un grande successo con l’introduzione dell’uovo di cioccolato al latte, che ancora oggi viene regalato ai bambini il giorno di Pasqua.