il caso

Chiesti tra i 29 e i 24 anni per gli imputati dell'omicidio di Bonomelli: l'imprenditore poteva essere salvato

L'accusa si concentra sul fatto che i cinque a processo fossero consapevoli dell'anzianità e fragilità dell'80enne

Chiesti tra i 29 e i 24 anni per gli imputati dell'omicidio di Bonomelli: l'imprenditore poteva essere salvato
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Angelo Bonomelli, morto a Entratico a inizio novembre 2022 dopo esser stato narcotizzato per essere derubato, si sarebbe potuto salvare: sarebbe bastata una chiamata anonima. Nel corso del processo per omicidio aperto contro i cinque imputati, ha insistito su questo punto la pm Chiara Mozio Compagnoni, che ha chiesto 29 anni per Matteo Gherardi, 34enne di Gaverina; 24 anni a testa per il padre 69enne Rodolfo Luigi e la ex compagna Jasmine Gervasoni, 25enne di Sedrina; 28 anni per l'amico Omar Poretti, 26enne di Scanzorosciate.

Dolo eventuale e futili motivi

La pena più alta, come riportato da Corriere Bergamo, è stata chiesta per Matteo Gherardi in quanto fu lui a pensare alla strategia, ovvero narcotizzare l'anziano con dosi massicce di Rivotrill, dato che aveva già usato questa tecnica per mettere a punto altri furti. Tutti però sono imputati di omicidio, con il dolo eventuale, commesso per rapinare la vittima e per futili motivi: un orologio d'oro rivenduto subito al Compro Oro, un cellulare e 120 euro.

Il "dolo eventuale" viene riconosciuto nel fatto che decisero di agire, nonostante fossero consapevoli dell'anzianità della vittima, 80 anni, e della sua fragilità in termini di salute. All'imprenditore venne somministrato quasi un intero flacone di sostanza, una dose 10 volte superiore a quella normale, ma comunque inferiore a quella necessaria, in genere, a uccidere.

La difesa

La difesa si aggrappa quindi a questo, ovvero al fatto che gli imputati non avrebbero potuto prevedere la morte di Bonomelli. La pm invece insiste sulla loro consapevolezze, come sarebbe provato dal fatto che il gruppo (eccetto Poretti), andrò a controllare lo stato di salute di Bonomelli, recandosi al parcheggio dove lo avevano lasciato verso le 20. «A quell'ora poteva ancora essere salvato», ha insistito la pm.

Nella prossima udienza, il 19 giugno, verrà data parola alla parte civile e alle difese.

 

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