Questa insaziabile Atalanta vola tre metri sopra il cielo
Impressionano la condizione atletica dei nerazzurri, alla 55esima gara stagionale, e le motivazioni che li spingono
di Xavier Jacobelli
In evidente stato di grazia Europa League, sulle ali dell’entusiasmo nel suo stadio gonfio di felicità, l’Atalanta ha liquidato il Toro, con Scamacca e Lookman più che mai simboli della macchina da gol gasperiniana.
L’azzurro ha segnato l’1-0 con un’esecuzione di raffinata bellezza, dando un’altra gran bella notizia a Spalletti in chiave Europeo; Ademola, la Super Aquila nigeriana, galvanizzato dal formidabile tris di Dublino, ha castigato l’incertezza di Gemello con un guizzo felino e nella ripresa si è visto negare il 3-0 da Sozza per il fallo di Scamacca su Ilic e dal fuorigioco che ne ha vanificato un’altra rete.
Chi pensava che il trionfo irlandese, l’euforia per la storica conquista dell’Europa League e la straordinaria accoglienza ricevuta al rientro a Bergamo, potessero distrarre la squadra di Gasperini, evidentemente ne sottovalutava l’insaziabile fame di successi. Sorpassato il Bologna, adesso la Dea è quarta in classifica e punta al terzo posto: diventerà realtà il 2 giugno se batterà la Fiorentina nel recupero post campionato, scavalcando pure la Juve.
Impressionano la condizione atletica dei nerazzurri, alla cinquantacinquesima gara stagionale e le motivazioni che li spingono a spostare i suoi limiti sempre più in là. La certezza che Gasperini continuerà a guidare l’Atalanta, ha ulteriormente alimentato l’euforia di un popolo che sta vivendo l’Età dell’Oro e si è goduto un altro tris grazie al rigore di Pasalic, procurato dallo scatenato Lookman, autentico incubo della difesa del Toro.
39 punti nel girone di ritorno, soltanto uno meno dell’Inter campione, sesta vittoria nelle ultime sei giornate, 41 punti in casa dove ha chiuso 13 partite senza subire gol: questa Atalanta vola tre metri sopra il cielo. Sconfortante la pochezza agonistica di un Toro che potrebbe comunque andare in Conference se la Fiorentina vincesse la finale di Atene con l’Olympiacos, ma a Bergamo ha ricevuto una durissima lezione di calcio.
Juric non poteva chiudere in modo peggiore il triennio granata, ma Cairo continua a superarlo: diciannove anni di piccolo-medio cabotaggio, di frustrazioni inflitte a una tifoseria che meriterebbe ben altro, sono lì a dimostrarlo.
Penso che il signor Marcello sia tutto tranne che uno sportivo!
Sarò cattivo, ma mi auguro che la Fiorentina perda mercoledì dopo aver dovuto giocare i supplementari, e arrivi qui domenica bollita. Non riesco proprio a tifare la Viola, mai!