I consigli di Laura Adele Feltri: rimborsi Superbonus in dieci anni? Le famiglie tremano
I bilanci domestici ne risentirebbero molto: gli sgravi annui si ridurrebbero di due terzi (da diecimila a tremila euro, per esempio)
di Angelo Bosio
Le proposte del ministro Giorgetti riguardanti l’annosa vicenda del Superbonus del 110 per cento hanno creato scompiglio tra i cittadini coinvolti nella ristrutturazione delle abitazioni e tra gli operatori economici, a cominciare dalle banche. Abbiamo chiesto a Laura Adele Feltri di aiutarci a capire che cosa potrebbe accadere a chi è impelagato in queste situazioni.
L’emendamento del governo al decreto superbonus introduce nuovi correttivi per quanto riguarda il credito d’imposta, può dirci cosa accadrà?
«Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti al Senato ha informato che vi saranno cambiamenti importanti riguardo al famoso superbonus. Il più significativo è lo spalma-credito che prevede che per tutto il 2024 e anche per l'anno prossimo il Superbonus (ora al 70 per cento e al 65 per cento nel 2025) sia fruito in dieci e non più in quattro anni. Ciò significa che i crediti d’imposta generati dal Superbonus diventeranno obbligatoriamente decennali per tutti! Si parla di retroattività del provvedimento che si estende a tutto il 2024, partendo anche dal primo gennaio. Per ora la retroattività sembra minima, ma non si sono dileguati i dubbi su ipotesi di allargamento dell’emendamento anche agli anni passati. E’ un’ipotesi che si sta valutando su un tavolo di lavoro ad ampio spettro, dove diversi soggetti paventano il rischio di “incostituzionalità”: questo è un provvedimento attraverso cui lo Stato, unilateralmente, allunga la durata del debito verso i propri contribuenti. Tutto ciò, spiega il Governo, è necessario perché anche nel 2025 si possa replicare il tanto sospirato taglio del cuneo fiscale, limitando così un ulteriore incremento del debito».
Cosa ha generato questa nuova disposizione?
«Le cito la nota scritta da Ance e Abi, firmata rispettivamente dal direttore generale dei costruttori Massimiliano Musmeci e dal vicedirettore vicario dell’associazione bancaria Gianfranco Torriero: “Gli interventi retroattivi sul superbonus minerebbero la fiducia di famiglie, imprese e investitori”. In una sola riga c’è spiegata tutta la preoccupazione che colpirà in modo trasversale tutti, ponendo la problematica di operazioni già chiuse e addirittura conteggiate all’interno dei bilanci familiari. Penso che daremo molto lavoro ai commercialisti, che dovranno provvedere ad applicare la nuova norma facendola digerire a famiglie e imprenditori».
Mi sembra che non siano stati gli unici a esprimere un dissenso nei riguardi di questo nuovo cambiamento.
«Ad Ance (associazione costruttori) e Abi (associazione bancaria) si è aggiunta la voce di Cna Costruzioni (confederazione artigianato) arrivando non solo a mettere l’accento sul problema fiscale per le piccole imprese che si erano risollevate grazie ai lavori appaltati con il Superbonus, ma arrivando a parlare di diritto all’acquisto, da parte di imprese e cittadini, che verrebbe calpestato».
Che cosa cambia per le banche?
«Cambia il regime per le banche e diventa più penalizzante. I crediti Superbonus acquistati a un valore inferiore al 75 per cento dell'ammontare diventano spalmabili in sei anni anziché 10 e non potranno essere usati per compensare i contributi previdenziali e Inail dal 2025. Questo mette in difficoltà gli istituti di credito che avevano fatto calcoli diversi. Si potrebbe obiettare che le banche non sono mai in perdita, ma secondo me non vorranno comunque veder abbassati i loro proventi, per cui potremmo ipotizzare l’applicazione di nuove condizioni bancarie verso i clienti, sicuramente non favorevoli a questi ultimi».
Può farci degli esempi concreti?
«Prendo un dato Enea, per spiegare che cosa cambia tra il recupero del credito in quattro anni anziché in dieci. Con un investimento di 196 mila euro per riqualificare una casa bifamiliare di proprietà di due persone applicando il superbonus al 70 per cento nell’anno corrente, si vede come la rata annuale scenda da 17.150 euro (rimborso in quattro anni) a 6.860 euro (rimborso in dieci anni). Una differenza forte...».
E per coloro che hanno scelto la cessione del credito d’imposta, cosa cambierà?
«Giustamente era stata lasciata la scelta della detrazione del bonus o lo sconto in fattura e la cessione del credito, quindi se un bonus di quattro anni poteva essere venduto all’85 per cento del suo importo nominale adesso il bonus decennale è abbassato al 70 per cento. Ma i contratti erano già firmati, quindi questo problema riguarda soprattutto le banche».
Quale è il suo pensiero?
«Forse il Governo dovrebbe considerare tutti gli attori che fanno parte di questo grande sistema legato al superbonus perché ci sono tante questioni e situazioni che si intersecano. Se posso essere sincera, a me in questo arco di tempo del provvedimento, è sembrato di vedere tanti super-pasticci, dalla burocrazia che è un vero rompicapo, alle truffe, ai costi gonfiati...».
Gli incentivi avranno altre modifiche?
«Credo di sì. Da un lato si vuole contenere la spesa pubblica già messa a dura prova dal superbonus e dall’altra parte è necessario raggiungere gli obiettivi richiesti dalle direttive Ue per tutelare l’ambiente attraverso case che siano più efficienti, che possano risparmiare energia».
Qualcuno sostiene che il Superbonus fosse il modo migliore per far ripartire l’economia.
«Io penso che nella pratica il Superbonus si sia rivelato un boomerang. Si poteva studiare in un modo diverso, si poteva controllare meglio l’applicazione per non subire truffe ai danni di Stato e cittadini, situazioni che, alla fine, verranno pagate dai cittadini. Credo che l’applicazione della legge avrebbe dovuto essere più snella con controlli serrati della sua applicazione. Invece si è partiti mettendo vincoli continui, che però non hanno evitato molte truffe. Non si doveva tanto rendere difficoltose le domande ma applicare con solerzia i controlli! In Italia più volte si usa questo sistema pensando che una partenza difficoltosa scoraggi dalle ruberie, ma spesso non è così».