Chiusura di via Leone XIII, scritte sul muro: «Via il Pd da Redona». Carnevali: «Vandalismo inaccettabile»
La diatriba sulla pedonalizzazione del tratto, a cui si oppongono alcuni residenti, ha preso una piega inaspettata in campagna elettorale
A Bergamo, lo scontro sulla via Leone XIII ha raggiunto il punto di non ritorno: nelle ultime ore, infatti, sul muro della via sono apparse delle scritte il cui messaggio è difficilmente equivocabile: «La Leone XIII non è una piazza», con a seguire un «Via il Pd da Redona».
Le diatribe sulla chiusura della via
Insomma, le diatribe sulla pedonalizzazione del tratto, appoggiato da una parte dei residenti e osteggiato da un'altra, ha oltrepassato il limite del confronto civico e politico. Il gruppo "No chiusura", che contesta i provvedimenti dell'Amministrazione e dell'assessore Stefano Zenoni, perché le macchine sarebbero costrette a deviare nelle vie limitrofe peggiorando - a loro parere - la vivibilità vicino alle loro abitazioni, aveva in passato protestato con modalità pacate, quali la critica durante gli incontri con i cittadini e l'avvio di una raccolta firme.
Altri, invece, ora a quanto pare hanno invece deciso di andare oltre ciò che è lecito, imputando tra l'altro le responsabilità di scelte ritenute sbagliate a un partito specifico. Provocando, in questo modo, lo sconcerto di vari abitanti e suscitando reazioni anche nel mondo politico cittadino.
Carnevali: «Scritte deliranti»
«Le deliranti scritte tracciate con vernice questa notte sui muri di Redona sono un atto di vandalismo inaccettabile, che non deve passare sotto silenzio, e deve essere condannato con fermezza – scrive la candidata sindaca Elena Carnevali -. L’autore, o gli autori di quelle scritte certamente non sono immuni da una buona dose di stupidità, ma il fatto grave è che abbiano arrecato un danno alla collettività, utilizzando un metodo di comunicazione politica intollerante che si è tradotto in un comportamento incivile. Comportamento che, oltre a diventare causa di degrado urbano, evita le forme del confronto democratico e si rifugia in un desolante anonimato».
Non sarebbe un caso che le scritte, fa notare la Carnevali, siano apparse in concomitanza con l’incontro con i candidati sindaco organizzato al Teatro Qoelet dal Comitato per Redona.
«Entrando nel merito delle scritte che hanno imbrattato i muri delle suore Sacramentine, del Polo civico e dell’Oratorio «ribadiamo con forza – aggiunge Carnevali - la validità e i meriti del progetto che ha portato alla realizzazione nel centro del quartiere di una piazza, creando così uno spazio pubblico che prima non esisteva, fruibile dai cittadini di ogni età, uno spazio a misura di persona, bello, curato e dove poter stare in sicurezza».
La condanna da parte della Lista Gori
«Un fatto vergognoso, oltre che un danno economico, che impone a tutti noi la massima attenzione - ha dichiarato Stefano Togni, capogruppo della Lista Gori -. Quanto accaduto nel quartiere di Redona è un gesto da condannare, senza se e senza ma».
Per l'esponente del gruppo del primo cittadino «che esistano voci contrarie è legittimo, ma troviamo oltraggioso che vengano manifestati attraverso vandalismi a danno della collettività: un modo inaccettabile di esprimere dissenso. Questi sono atti che distolgono l'attenzione dai problemi reali e creano ulteriori divisioni. Indipendentemente dalle proprie opinioni, crediamo sia sempre fondamentale mantenere cautela nei toni e nei modi, evitando di esasperare le situazioni. Solo attraverso il dialogo costruttivo e rispettoso, si possono trovare soluzioni condivise che migliorino la qualità della vita della nostra città».
Le accuse di parzialità al Polo civico
Alla base del gesto, forse, la situazione venuta fuori durante la riunione del 18 maggio 2023 al Polo civico, accusato di parzialità nella questione, alla quale hanno partecipato le sue associazioni, il Comitato per Redona e quello "No chiusura". In quel contesto, il nuovo presidente del Comitato per Redona, Parazzini, si era detto chiaramente favorevole alla pedonalizzazione della via, così come i vari altri gruppi, a eccezione di quello contro il provvedimento, che avrebbe piuttosto preferito una Ztl.
«L’attuale assetto viabilistico, che ha reso Via Leone XIII una vera e propria piazza, è una decisione che abbiamo fortemente voluto dopo aver avviato un percorso promosso e partecipato con i cittadini e con le realtà e le associazioni del quartiere - ha continuato Togni -. La chiusura parziale della via, come ha evidenziato anche il Comitato per Redona attraverso un appello dell’ottobre scorso, ha reso più vivibili, fruibili e sicuro il quartiere ed ha creato un nuovo centro per Redona, in continuità spaziale con il Parco e gli altri luoghi pubblici presenti».
Silvia Gadda, Pd: «Atto fascista»
Un commento su quanto accaduto è arrivato anche da Silvia Gadda, candidata al Consiglio comunale del Pd ed esponente del Circolo di Redona, dove vive con la famiglia: «Le scritte comparse questa notte nel quartiere - ha detto - hanno il sapore fascista e vigliacco di chi agisce di nascosto, piuttosto che intavolare un confronto democratico e costruttivo. Un gesto incivile che offende alcuni dei valori a noi più cari come la partecipazione democratica e la presa di parola da parte di cittadini, alle quali rispondiamo con fermezza ribadendo che il nostro prendersi cura del quartiere passa anche attraverso i gazebo, le presentazioni dei candidati e tutto quanto abbiamo organizzato in questi mesi per ascoltare il territorio».
Per Gadda, inoltre, l'atto vandalico contesterebbe una scelta proveniente dai cittadini di Redona: «È stato un processo collettivo nato dall’ascolto dei bisogni e dei desideri dei residenti che, come Partito democratico, abbiamo preso in carico. La chiusura della via è supportata dalla stragrande maggioranza degli abitanti, nonostante il maldestro tentativo di una petizione del comitato (appoggiato da parte del centrodestra cittadino) che negli anni scorsi si è opposto alla pedonalizzazione, che ha raccolto ben poche firme (126 dichiarate), contro le 1.200 poi raccolte, in tre settimane, dal Comitato per Redona per il mantenimento del provvedimento».
I muri sono le lavagne degli asini.
Aldilà della polemica sterile e degli interessi personali, a me il centro nuovo di redona, compresa la chiusura della piazza, piace molto è a dimensione d'uomo.
Che strano, negli ultimi mesi ho visto scritte inneggianti la dubbia paternità della presidente del consiglio, senza che nessuno ne prendesse così accesamente le difese.
Quanto sforzo retorico per difendere dei vandali... bastava metà di questo impegno per vincere le elezioni alla tornata precedente
Prima i conunisti se ne andranno dai Palazzi istituzionali e prima risolveremo i problemi e le assurdità da loro creati in questi anni di inettitudine.