Una questione complicata

«Via Leone XIII resti chiusa al traffico»: arriva la "contro-raccolta firme" del Comitato per Redona

Dopo la petizione lanciata online qualche mese fa dal gruppo "No chiusura Leone13", arriva quella a favore del provvedimento

«Via Leone XIII resti chiusa al traffico»: arriva la "contro-raccolta firme" del Comitato per Redona
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Dopo la raccolte firme promossa da "No chiusura Leone13", un gruppo di cittadini del quartiere di Redona, a Bergamo, che chiedeva la riapertura della via, arriva anche la "contro-raccolta firme" su Change.org dal "Comitato per Redona".

Una questione complicata

La questione va avanti dal 2020, cioè da quando, accogliendo delle istanze dei residenti, Palazzo Frizzoni aveva chiuso l'area al traffico veicolare. Tuttavia, secondo il comitato che vuole appunto ripristinare la viabilità con auto, il progetto attuato dall'Amministrazione non corrisponderebbe a quello iniziale, e ha proposto semmai un ripensamento con Ztl. Una richiesta portata avanti anche in Consiglio comunale con un'interrogazione, presentata dall'opposizione di centrodestra. La Giunta, però, aveva risposto che si potevano attuare migliore, ma di sicuro una riapertura non sarebbe comunque avvenuta.

Adesso, interviene anche il comitato del quartiere, che ci tiene a far sapere che giudica in modo positivo il provvedimento e quindi ha lanciato la contro-iniziativa, che a oggi (mercoledì 25 ottobre), dopo un paio di giorni, ha ottenuto 515 adesioni. La petizione del gruppo No chiusura Leone13, invece, a oggi è ferma alle 120 firme, a opera di singoli cittadini o rappresentanti delle famiglie interessate dal traffico, più intenso, che ora interessa le vie limitrofe a quella vietata alle auto.

Le motivazioni del Comitato per Redona

«Negli ultimi mesi, un’iniziativa di un gruppo di cittadini di Redona, rilanciata da organi di stampa, ha aperto un dibattito sulla parziale chiusura al traffico della via Leone XIII decisa ormai anni fa dall’Amministrazione Comunale in carica nel quadro del progetto Redona Centro - si legge nel testo della raccolta firme di chi, invece, sostiene il provvedimento -. Gran parte della cittadinanza ritiene l’attuale configurazione viabilistica il frutto di una decisione che ha recepito (pur parzialmente) il percorso promosso e partecipato a suo tempo dal territorio, perfettamente in linea con gli indirizzi nazionali ed europei degli ultimi decenni che chiudono al traffico veicolare i centri e le aree a vocazione pubblica per renderli sicuri, favorire la socialità e le funzioni pubbliche impedite e svilite dal transito veicolare».

I sottoscrittori hanno poi evidenziato come il tratto, interessato dalla chiusura parziale, ospita almeno dieci luoghi e funzioni pubbliche, tra cui scuole, edifici sacri, oratori, la Piazza Don Sergio Colombo, parchi, sedi commerciali e uffici. Motivo per cui, il provvedimento avrebbe reso più vivibile e sicura la zona. «La questione “traffico di attraversamento” nel quartiere di Redona esiste - hanno concluso i membri del Comitato per Redona -, ma non può essere risolta a discapito di luoghi e funzioni pubbliche finalmente recuperati alla cittadinanza. Deve essere affrontata organicamente, unendo tutte le persone e realtà presenti nel quartiere e oltre, interessate a trovare una soluzione comune che non sposti il problema da un isolato all’altro, a vantaggio proprio e a discapito di altri concittadini, e non cerchi anacronistici e irragionevoli ritorni al passato».

Commenti
Andrea

carissimi convalligiani amanti dell'idrocarburo che qui criticate a profusione, hanno messo in commercio macchinette per il caffè con motore a scoppio a due tempi, freni a disco e marmitta da 80 decibel, ne avete già una vero?

Marcello

Stiano sereni, questi che raccolgono le firme a favore della chiusura della via! Non si è mai visto che una strada chiusa alle auto sia poi riaperta, perché sarebbe una chiara ammissione di aver sbagliato, e nessuna amministrazione lo farà mai (neanche un'amministrazione di segno opposto a quella attuale avrebbe il coraggio di farlo, secondo me). Spero di essere troppo pessimista ma temo di no!

Francesco Giuseppe

Sono entrati in funzione i pretoriani di Gori e Zenoni che negli anni hanno preteso questa assurdità solo per i loro interessi di parte. Chi se ne frega se le altre strade del quartiere dove vivono altri cittadini, sono oggi trafficate il doppio di prima della chiusura e in più penalizzate dall'eliminazione di parcheggi per far posto ad inutili piste ciclabili. Una volta che stanno bene loro, la parrocchia e i relativi amici.... Ricordo che l'ex presidente del comitato per Redona non era neanche di Redona. È come la vicenda della palestra regolamentare che il comune (giunta non di sinistra, ovviamente) voleva costruire per il quartiere. In quel caso il comitato "contr" Redona fece le barricate perchè non si costruisse un servizio al quartiere ed alla sua gente; oggi parla di servizio con la chiusura della via Leone XIII? Alla faccia della partecipazione, del rispetto delle minoranze e via dicendo.

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